È un vero peccato che il Consiglio comunale di ieri non si sia svolto sotto l’occhio impietoso delle telecamere di solito immancabili. Qualcuno probabilmente ha avuto il sentore che sarebbero state scomode visto l’argomento all’ordine del giorno, ovvero l’archiviazione delle sanzioni amministrative da parte del Sindaco per le quali lo stesso Petrangeli risulta iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Rieti per abuso d’ufficio. Argomento di cui, arbitrariamente e in palese violazione del Regolamento comunale, il presidente del consiglio Giampiero Marroni ne ha, in più consigli comunali, impedito la trattazione agitando lo spauracchio di un necessario preventivo parere della Prefettura.
Ma a tale riguardo, ieri, il primo cittadino ci ha finalmente concesso una risposta, mostrandosi molto rassicurante verso i suoi consiglieri nella sua ostentata sicurezza circa quella che sarà la pronuncia da parte della Procura nei suoi riguardi, pregustando già il suo preannunciato “secondo tempo”. Peccato che proprio lui che si è sempre riempito la bocca con parole come legalità e moralità, non esiti a fare lesa maestà quando gli altri ne richiamano l’effettiva adesione al primo cittadino! Evidentemente alcuni la devono ogni giorno dimostrare in quanto delinquenti per definizione, mentre altri la posseggono per appartenenza politica, estrazione di nascita o natura divina: è pertanto un grave affronto chiedere a costoro di dimostrare la legittimità delle proprie azioni! È più che altro un atto di fede quello che dobbiamo fare nei confronti del sindaco Petrangeli!
Dopo l’imbarazzante trattazione di questo primo punto, il consigliere Bernardino De Marco ha subito chiesto di anticipare il suo ordine del giorno sempre in tema di legalità, moralità, etica, opportunità e chi più ne ha più ne metta. La cosa più esilarante contenuta nel suo documento è il “Preso atto che l’Amministrazione comunale di Rieti parla con atti pubblici e gli atti pubblici dicono che le scelte fatte sono state tutte orientate al massimo del rigore, della trasparenza e della legalità….”. Siamo di fronte ad una forma di autorefenzialità piena! Abbiamo chiesto al consigliere De Marco di emendare questa parte nell’evidenza che il consiglio comunale non poteva votare una presa d’atto che tutti i provvedimenti e gli atti adottati da questa amministrazione sono legali. La legalità viene certificata dagli organi competenti e non dai consiglieri comunali. Ma il democratico consigliere, evidentemente in preda ad un attacco di onnipotenza divinamente concessa circa la purezza che contraddistingue l’operato di questa amministrazione, ha candidamente risposto che lo stabiliva lui e questo doveva essere sufficiente!
Nonostante abbiamo tutti immaginato che stesse scherzando l’ordine del giorno non lo ha emendato e così se lo sono votato senza la minoranza con buona pace della tanto decantata partecipazione. Argomenti come questi non dovrebbero avere colore politico bensì essere un patrimonio comune e condiviso da tutti nell’esclusivo interesse dell’amministrazione della cosa pubblica: in questo caso, come ormai purtroppo in tanti altri casi, è stato invece volutamente trattato come se fosse prerogativa di una parte politica anziché di un’altra. Qualcuno dovrebbe tuttavia ricordare al consigliere De Marco che in tema di moralità, opportunità e conflitto d’interessi c’è tanto da dire anche su alcuni componenti della sua Giunta: ironia della sorte proprio ieri l’assessore Cecilia è stato all’attenzione della cronaca! Ma tempo al tempo! Noi per la legalità e la legittimità degli atti ci rimettiamo invece ai superiori organi competenti. Nel rispetto delle persone, non è nel nostro stile diffamare né dare in pasto ai media vicende su cui chi di competenza deve ancora pronunciarsi.
Un triste fatto di cronaca recentemente verificatosi contestualmente alla pubblicazione di un articolo apparso su un noto quotidiano locale dovrebbe far mettere una mano sulla coscienza a chi quotidianamente continua a giocare ed a speculare su fatti e persone. Lo show dell’arroganza e dell’autoreferenzialità è proseguito con l’ordine del giorno della consigliera Pamela Franceschini che, richiamando i tristi episodi di memoria nazifascista, ha proposto di inibire l’uso di strutture pubbliche alle associazioni che perseguono fini razziali o sessisti. Abbiamo condiviso con la consigliera la condanna espressa, ricordandole tuttavia che la stessa condanna va estesa a tutte le forme di totalitarismo tese a restringere la libertà del singolo individuo sotto qualsiasi forma, che provengano dal nazifascismo quanto dal comunismo.
Abbiamo, inoltre, fatto presente alla Franceschini che associazioni con simili finalità sono già vietate dalla nostra Costituzione e pertanto giudicare arbitrariamente quali di esse siano ammesse o escluse dall’utilizzo di strutture pubbliche contribuirebbe solo ad accendere tensioni e discriminazioni, andando esattamente contro lo spirito del documento. La stessa consigliera Anna Maria Massimi, raccogliendo la sensibilità dei consiglieri di opposizione, ha chiesto di portare in commissione il documento e condividerlo proprio perché privo di colore politico (si pensava!): anche la sua sensata proposta è stata respinta al mittente.
A questo punto è intervenuto il Sindaco che, avendo capito che l’odg della ideologizzata consigliera Franceschini non avrebbe avuto i voti sufficienti neanche dalla maggioranza, ha suggerito alla stessa di rimodularlo a latere dei lavori consiliari. Accolta immediatamente l’idea del sindaco, la consigliera si è quindi allontanata con i suoi tutor, l’Assessore Giuli in primis, e un altro stuolo di consiglieri comunali per riscriversi il suo documento, tutto suo! A poco è valsa la nostra proposta di sospendere il consiglio per condividerne la stesura e non mortificare l’assise con l’assenza di tanti consiglieri.
Lo spettacolo che ieri ha dato la maggioranza di sé è stato pietoso, all’insegna del ridicolo, ma anche dell’arroganza e dell’esclusione. Anche con l’approvazione del regolamento sull’art.125 del codice degli appalti, è stata testimoniata la totale mancanza di rispetto nei confronti di chi ha lavorato in commissione, maggioranza e opposizione, presentando un testo che non recepiva nel suo corpo gli emendamenti già approvati. Questa volta il sindaco, anziché consentirne il dibattito in aula, ha pensato bene di sospendere il consiglio per fare una riunione con i consiglieri di maggioranza per impartire bene le sue istruzioni sul da farsi, fosse mai che venisse approvato un regolamento che recepisce gli emendamenti della minoranza già approvati nei lavori della commissione! Ma a questo punto il senso del ridicolo e della beffa sono stati tali da nauseare persino alcuni tra gli stessi consiglieri di maggioranza che gridando “siete ridicoli” hanno abbandonato l’aula. La giornata di ieri è stata una pagina indescrivibile per il livello basso di volgarità, ipocrisia e pochezza degli attori protagonisti.
Da consiglieri comunali non possiamo che provare un pesante senso di delusione e amarezza nel vedere come, con qualche rara eccezione, il consiglio comunale non è sovrano su niente che lo riguarda, ha di fatto rinunciato a quella autonomia e potestà che il regolamento comunale gli attribuisce in materia di indirizzo e controllo a totale discapito della nostra funzione di rappresentanza che gli elettori ci hanno conferito. Ma sia fatta la volontà del dominus!
La mano del regista indiscusso del consiglio di ieri, il Sindaco Petrangeli, ha di volta in volta istruito il suo gregge guidandolo in un film indegno per il ruolo che i cittadini ci hanno chiamato a ricoprire, con l’ausilio di un coregista che in maniera palesemente inadeguata ricopre il ruolo di presidente del consiglio niente affatto super partes, e di una arrogantissima segretaria generale ormai indigesta anche a larga parte della maggioranza. Come consiglieri e come cittadini siamo realmente preoccupati per come, nostro malgrado, la bella favola raccontata in campagna elettorale, infarcita di ascolto, condivisione, partecipazione e democrazia, ogni giorno lasci sempre più il posto ai fanatismi settari di alcuni che si sentono depositari unici e indiscussi della verità, della legalità, della moralità e della giustizia alimentando di contro, inevitabilmente, la cultura dell’intolleranza, della contrapposizione delle parti e delle tensioni sociali. La città non merita questa deriva populista incapace di dare risposte alle tante criticità che la affliggono.
I consiglieri Andrea Sebastiani della Lista Civica Rieti che Sviluppa e Sonia Cascioli del Gruppo Misto.