Si è svolto questa mattina, 29 marzo, l’incontro dei sindaci organizzato da Anci Lazio per concertare le istanze portate dai comuni riguardo l’accoglienza dei profughi ucraini in arrivo nel nostro Paese a seguito del conflitto in atto in conseguenza dell’aggressione russa. Un centinaio i presenti tra sindaci e loro delegati.
“Il tema che abbiamo portato e stiamo portando nella nostra comunicazione – spiega il Presidente di Anci Lazio, Riccardo Varone – è la mancanza di omogeneità delle decisioni prese dal Governo e dalle Prefetture; servono criteri chiari e univoci, che aiutino i comuni a coordinare questa emergenza, che tutti speriamo sia di brevissima durata, ma che deve comunque essere gestita.
I sindaci del Lazio sono tutti consapevolmente coinvolti in una operazione di accoglienza, che dimostra la grande generosità delle nostre comunità locali e degli amministratori comunali.
In questa operazione ci siamo da subito coordinati con la Regione Lazio che ci ha voluto parte attiva della cabina di regia con Prefettura e Protezione Civile, un elemento di presenza importante che da voce ai comuni del nostro territorio”.
Uno dei temi cardine della riunione è stato quello relativo ai minori non accompagnati, per il quale bisogna lavorare in sinergia con le autorità per evitare che si presentino ulteriori problematiche per queste persone e per i comuni coinvolti; per ora non ne risultano molti presenti sul territorio, l’indicazione uscita dalla cabina di regia è comunque quella di attivare i servizi sociali, il tribunale dei minori e la relativa Procura.
I sindaci hanno manifestato preoccupazione sui vari aspetti di questa accoglienza così diffusa che riguarda direttamente molte famiglie; un tema uscito dalla cabina di regia di ieri è quello in cui si sono ipotizzate le cifre dell’accoglienza; la Prefettura ha presentato una bozza di convenzione con delle quote fisse, quote che però hanno ricevuto non poche perplessità dai sindaci, sia per quanto riguarda il rimborsi per i pasti che le quote fisse giornaliere.
L’altro tema è quello relativo alle famiglie accoglienti, famiglie alle quali, hanno detto i sindaci, dobbiamo dare delle risposte sia per quanto riguarda i costi, i tempi e l’accoglienza dei i minori.
In ultimo le difficoltà riguardanti l’inserimento scolastico di questi ultimi che spesso non parlano neanche inglese, un “language gap” difficile da riempire, soprattutto nei comuni più piccoli. Ha quindi preso la parola Veronica Costa, di Cittalia che ha segnalato due avvisi aperti dal Ministero degli Interni, uno per l’ampliamento dei progetti SAI già attivi (3500 posti posti dedicati
ai nuclei familiari ucraini) e uno per la presentazione di nuove progettualità da parte dei comuni che non fanno parte della rete SAI (1000 posti). Si sono poi ascoltate le istanze portate dai sindaci, istanze che verranno riportate nella riunione di giovedì 31 marzo tra le Anci Regionali e Anci Nazionale.