Progetto “Relationships – Relazioni Circolari”, di cosa si tratta?

Il progetto “Relationships – Relazioni Circolari” è un’idea presentata ad un avviso della Regione Lazio per la realizzazione di percorsi socio-educativi di integrazione scolastica e interculturale, dalla Levante società cooperativa sociale di Rieti, in partenariato con Micciani Unita associazione culturale di Cittaducale, due realtà attive da diversi anni nei settori di riferimento dell’avviso stesso.

Al progetto hanno aderito 10 scuole, alcune del capoluogo e alcune di altri Comuni della Provincia, scuole dell’infanzia e scuole primarie. I minori coinvolti avranno un’età compresa tra i 3 e gli 11 anni.

La finalità generale del progetto, coerentemente con quanto previsto dall’avviso di riferimento, è quella di mettere in atto interventi volti a promuovere l’inclusione sociale e interculturale soprattutto cercando di raggiungere le situazioni di maggiore fragilità e a rischio emarginazione.

Il progetto si focalizzerà sulla presa in carico di nuclei familiari svantaggiati contraddistinti da una significativa componente demografica immigrata mediante l’integrazione scolastica e interculturale dei bambini che frequentano la scuola dell’infanzia e la scuola primaria. L’obiettivo generale nasce dall’osservazione che l’integrazione sociale delle famiglie migranti passa più facilmente attraverso la realtà della scuola. Dove l’integrazione scolastica dei bambini è più efficace, tanto più si otterranno risultati significativi in termini di integrazione della famiglia di quel determinato bambino. In tal modo il bambino diventa facilitatore dell’integrazione della famiglia.

Inoltre, si rafforza il principio per cui la scuola si pone ancor più come antenna delle problematiche sociali diffuse per intercettare bisogni e stimolare forme mirate di interventi utili per rispondere a tali fabbisogni.

Il contesto in cui si svolgerà il progetto è caratterizzato da peculiarità specifiche. In particolare negli ultimi anni si è osservato un costante aumento del numero di residenti tra cittadini stranieri delle più diverse provenienze, linguistiche e culturali, con il conseguente aumento di minori stranieri frequentanti le scuole di ogni ordine e grado. Questo aumento non ha però visto una proporzionale opportunità di servizi specialistici, in grado di sostenere al meglio i minori stranieri e le loro famiglie nel processo di inserimento e percorso scolastico. Al contrario la possibilità per le singole scuole di mettere in atto azioni di supporto e di prevenzione si è progressivamente ridotta con la contrazione delle risorse disponibili. Le scuole, rimaste sempre più sole, hanno sempre più rischiato, a loro volta, di lasciare “soli” anche alcuni alunni, nei loro percorsi di inserimento e apprendimento scolastico.

Quello che abbiamo rilevato nel confronto con le scuole aderenti al progetto è stata proprio questa carenza nel poter disporre di risorse per assistere al meglio i minori e le loro famiglie, in particolare nell’apprendimento della lingua italiana ma anche e soprattutto nel facilitare il dialogo e lo scambio prima di tutto tra pari e anche tra le famiglie. Inoltre, il territorio della nostra Provincia è caratterizzato da tantissimi piccoli Comuni, molti anche isolati geograficamente, con scuole di piccole dimensioni e, di conseguenza, anche con scarse risorse, che si possono trovare in serie difficoltà nel momento in cui sia necessario avviare interventi fuori dall’ordinario. Alcune delle scuole che hanno aderito al progetto, si trovano proprio in Comuni piccoli, con risorse ed opportunità molto limitate.

La limitatezza delle risorse non colpisce solo le scuole ma anche gli stessi destinatari dell’intervento, sia i minori, sia le famiglie. Se da una parte in alcuni casi i piccoli comuni possono facilitare la conoscenza reciproca tra persone, in realtà nella maggior parte dei casi assistiamo a situazioni di isolamento e difficoltà nella socializzazione e nella integrazione. A queste difficoltà ambientali si aggiunge una quasi assenza di servizi specialistici per stranieri, se togliamo quelli rivolti ai richiedenti asilo e/o il CPIA per la lingua ma si rivolge solo a adulti.

Queste importanti carenze di base, soprattutto se concentrate nei primissimi anni della scuola, possono essere causa di ancora più importanti carenze successive, difficoltà scolastiche crescenti e difficoltà ancora maggior nel cercare di recuperare.

Un bisogno specifico, inoltre, oltre a quello linguistico, è sicuramente quello della socializzazione e dello scambio. Da una parte sicuramente con il lungo periodo della pandemia i percorsi di integrazione non sono stati certamente facilitati, ma dall’altra il territorio, il contesto e la cultura del luogo in generale non offrono comunque grandi occasioni di incontro. Pertanto è evidente il bisogno di costruire insieme un nuovo modo di pensare la nostra Provincia e la popolazione che vi abita, cercando e creando occasioni creative, di scambio culturale ed esplorazione dei luoghi e degli spazi.

In un contesto di questo tipo, un intervento mirato e diversificato a vari livelli, può rappresentare un’opportunità significativa per facilitare un normale percorso scolastico dei minori stranieri, per prevenire abbandoni scolastici e/o bassa scolarizzazione, per far uscire dall’isolamento le rispettive famiglie.