“L’aumento dei costi dell’energia elettrica avrà un impatto davvero troppo considerevole anche per i consorzi di bonifica laziali. Senza un intervento straordinario da parte delle Istituzioni, i contributi da richiedere per la salvaguardia idrogeologica e per l’irrigazione subiranno un aumento esponenziale che, in una crisi economica acuita dalla pandemia Covid, è insostenibile per le famiglie consorziate del Lazio. Gli imprenditori agricoli non possono permettersi di vedere ulteriormente ridotto il loro margine di profitto annuo e accrescere in modo considerevole le già troppe spese”. Così il Presidente di Anbi Lazio, Sonia Ricci, commenta la nota inviata, nei giorni scorsi, presso la Regione Lazio, per chiedere un tavolo tecnico utile a determinare un percorso idoneo a individuare eventuali risposte.
Attualmente i 6 Consorzi di Bonifica del Lazio, in linea con quanto previsto dal Codice degli appalti pubblici, aderiscono al C.E.A. – Consorzio Energia Acque, che garantisce l’accesso al mercato libero dell’energia elettrica, operando in qualità di Centrale di Committenza in favore di 47 Consorzi di Bonifica ubicati in 11 regioni italiane e che, a seguito degli aumenti annunciati, ha preventivato una crescita della spesa consolidata al 36% che si traduce in aumento di oltre 6,4 milioni di Euro, rispetto agli 8 milioni del 2020.
“Oltre 14,4 milioni di Euro per l’energia elettrica nonostante i lavori di efficientamento e ammodernamento energetico dei nostri impianti di bonifica e di sollevamento delle acque per fini irrigui, non sono per nulla sostenibili e mettono in crisi una struttura, quella dei consorzi di bonifica, sostenuta esclusivamente dai contributi consortili – ha aggiunto la Presidente Ricci – i consorzi non possono fare economia sul funzionamento degli impianti dai quali dipende la sicurezza idraulica del territorio nonché, laddove prevista, l’irrigazione delle eccellenze agricole laziali” Su questo delicatissimo argomento il Direttore di Anbi Lazio, Andrea Renna, ha aggiunto: “Si è creata una tempesta perfetta come viene definita dagli esperti. A rimetterci però non possono essere cittadini ed imprese. Auspichiamo che arrivino risposte positive al nostro grido d’allarme.
È fondamentale, visto il virtuoso percorso di rinnovamento strutturale intrapreso dai consorzi laziali. Occorre un intervento straordinario delle Istituzioni per sopperire l’aumento dei costi energetici ed evitare che i 6 milioni preventivati gravino sulla contribuenza già colpita da una crisi profonda. Una risposta negativa porterà, inevitabilmente, ad un ridimensionamento anacronistico e non in linea con le linee guida indicate dalla Comunità Europea sulla salvaguardia dal rischio idrogeologico e sulla protezione della risorsa idrica, poiché, ribadiamo, i consorzi di bonifica non chiedono tasse ma un contributo affinché al territorio venga garantito quanto utile e necessario al fine di far produrre il meglio delle produzioni agricole del Made in Lazio che non terminano solo sulle nostre tavolo ma in tutta Europa garantendo oltre che reddito anche occupazione in un momento davvero negativo come quello che stiamo vivendo”.