L’atto di indirizzo, propedeutico alla trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro scaduto da tre anni, è stato l’oggetto dell’incontro tra sindacati e ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Per Turi (Uil Scuola) servono:
a) Una fase 2 per la scuola
Non siamo per gerarchizzare la scuola, né per firmare un contratto tecnocratico ma c’è –. bisogno di guardare alla scuola in modo ampio, il perché il nuovo contratto deve definire diritti e obblighi in un testo che sia rispondente all’oggi, chiaro e applicabile”.
Inevitabile il richiamo al non-contratto sulla mobilità firmato da una sola sigla che è una ferita aperta – ha detto Turi – che va sanata, non per adesione ad un testo che contiene stratificazioni legislative di difficile applicazione ma aprendo alle osservazioni di sindacati che hanno forte identità e ampia rappresentatività dei bisogni dei lavoratori. E’ una partita aperta.
b) Un terreno di gioco e regole chiare
Serve un testo unico per la scuola e un contratto che parli con chiarezza del lavoro che si fa a scuola. Un tempo c’era il “trasformatore” – ha ricordato Turi – strumento negoziale che traduceva in misura contrattuale le norme di legge. Oggi abbiamo come punto di riferimento l’art. 2 (al comma 2) del Testo Unico. Lo stesso articolo che ha permesso di modificare parti della Legge 107/15. . Non abbiamo dimenticato – ha osservato Turi – che la chiamata diretta è stata eliminata solo da un ramo del Parlamento. Si sta forse pensando di riportare in auge questo sistema? Faremo argine.
c) Bene gli investimenti in infrastrutture. Ma le persone?
Guardare al lavoro delle persone che sono il primo investimento da fare – ha sottolineato Turi- riflettendo sugli investimenti previsti dal Pnrr, le cui risorse resteranno come cattedrali nel deserto se non ci saranno le persone, se non saranno definiti gli organici, se non ci saranno investimenti nella spesa corrente. Abbiamo molto faticato, nel contratto scorso, per delineare la ‘comunità educante’.E’ un punto fermo dal quel non vogliamo retrocedere.
d) Sono le persone a fare la scuola
Quando parliamo di formazione, pensiamo ad un diritto non ad un dovere. Siamo fortemente contrari ad un ente superiore chiamato ad impartire nozioni. Per fare formazione serve tempo, tempo in più, da remunerare, altrimenti è sfruttamento. Il personale della scuola è già sottopagato. Non possiamo pensare che si voglia mettere nel nuovo contratto, anche il vecchio già scaduto, caricandolo di obblighi. Sono i docenti che devono decidere gli strumenti da utilizzare nel loro lavoro. Tutelare la libertà di insegnamento è una priorità. Vanno ristrutturati i servizi di segreteria se si vuole rispondere alle nuove esigenze della scuola dell’autonomia.
Quanto ai Dsga, serve riconoscerne la professionalità e gli ambiti di competenza con la dirigenza scolastica in cui svolgere la propria funzione. Dare soluzione ai facenti funzione, con strumenti contrattuali. Serve un organico di Area C e i passaggi di qualifica che devono tornare nella competenza contrattuale, così come erano delineati nei l vecchi contratti, per dare seguito a quella impostazione. Un nuovo assetto dell’ordinamento professionale; per realizzarlo servono risorse finanziarie.
e) Un provvedimento speciale per la scuola
E’ la richiesta portante, contestuale all’avvio della Fase 2 della scuola.
Servono risorse aggiuntive destinate al sistema di istruzione statale, per il rinnovo del contratto e per superare il problema degli organici e del precariato.