“Segnali di ripresa, però timidi. Se è vero che l’Italia sta vivendo un periodo di espansione economica, è altrettanto vero che l’attuale crescita è figlia dei lockdown, delle zone rosse e in generale di tutte quelle limitazioni introdotte lo scorso anno per frenare la corsa della pandemia. Ma stiamo assistendo a crescita strutturale? A qualcosa di duraturo e di diverso rispetto al passato e in grado di coinvolgere tutti e tutte? E’ presto per dirlo, ma dai primi dati in nostro possesso elaborati con l’istituto di ricerca Eures, le contraddizioni non mancano”. Lo scrive la Uil di Rieti e della Sabina romana.
“Su base regionale dopo il crollo del Pil osservato nel 2020 con un segno negativo del 8,4 per cento – spiega Alberto Paolucci, Segretario del sindacato di viale Matteucci – dal dossier della Uil del Lazio e dell’Eures emerge che il primo semestre 2021 ha fatto registrare un balzo su scala tendenziale del più 5,3 per cento con una ripresa che si è concentrata soprattutto nel secondo trimestre Crescita dovuta soprattutto all’aumento delle esportazioni. Focalizzando l’attenzione al nostro territorio, notiamo che nel 2020 le esportazioni avevano raggiunto un valore di 255 milioni di euro, nel terzo trimestre del 2021 sono salite a 296”.
“Sul fronte delle imprese iscritte e cessate – aggiunge l’esponente sindacale – nel terzo trimestre del 2020 erano state 204 contro le 176 del terzo trimestre 2021, mentre le impese cessate erano state 101 nel 2020 e 105 nel 2021. Numeri che ci fanno capire quanto ancora la pandemia incide sull’economia del nostro territorio”. Ma che il peggio non sia ancora alle spalle lo possiamo dedurre anche dalle persone che hanno fatto ricorso al reddito e alla pensione di cittadinanza nello scorso mese di novembre. “Sono stati in 6654 le donne e uomini – dice Paolucci – che hanno fatto ricorso a questa misura di contrasto alla povertà ricevendo un importo medio di 507 euro”.
Una provincia in sofferenza, come era emerso anche dalla nostra recente analisi dei modelli 770, Unico e 730 del 2020 (relativi ai redditi del 2019), dalla quale era emerso che a Rieti si concentrava il reddito medio più elevato di tutta la provincia, pari a 22.199 euro. Reddito però che scende a 20.558 euro nel comune di Collegiove, a 20.294 euro a Cittaducale, a 19.894 euro a Antrodoco. E che va a picco nei comuni di Concerviano (15.355 euro), Posta (14.517 euro) e Accumoli (14.490 euro). E se nell’intera regionale l’occupazione cresce, lo fa soprattutto grazie ai rapporti di lavoro a tempo determinato. Come emerge dal dossier degli oltre 385mila nuovi rapporti di lavoro attivati tra gennaio e giugno 2021, 310 mila sono a termine. “Balza evidentemente agli occhi – conclude Paolucci – che per costruire una nuova giustizia sociale la strada è ancora lunga. Ci auguriamo che il 2022 sia davvero un anno migliore, perché dalla pandemia non si può e non si deve uscire con le stesse ingiustizie di prima”.