L’Italia vive un momento di crisi particolare segnato da un forte disagio sociale.
Negli ultimi anni si assiste inermi alla scomparsa di tutte le conquiste ottenute dal mondo dei lavoratori a fronte di una nuova concezione del lavoro che si manifesta nella compressione salariale e nell’aumento del monte ore lavorativo.
La situazione attuale è caratterizzata da:
1- precarietà come norma, come condizione d’insicurezza sociale nel lavoro e nella vita, che attraversa in modo netto e pervasivo l’intero assetto sociale dal pubblico al privato, dal settore manifatturiero a quello terziario.
La precarietà come regola di lavoro totalmente subordinata alle condizioni dell’impresa;
2- chiusura di stabilimenti e il ricorso ai licenziamenti;
3-una politica fiscale iniqua, forte con i deboli e debole con i forti (vedi il provvedimento sullo “scudo fiscale” che consente il rientro dall’estero di capitali non dichiarati con una tassazione estremamente ridotta).
Pericoloso anche l’orientamento culturale attuale teso a cancellare per sempre il conflitto sociale dalla storia e a creare (vedi enti bilaterali) un piano paritetico tra datori di lavoro e parti sindacali nelle sventurate gestioni aziendali italiane.
Come se non bastasse l’ultima finanziaria proposta dal governo oltre a tagliare le risorse per lo stato sociale (sanità, istruzione, enti locali) reintroduce lo staff leasing, ossia la possibilità di spostare in gruppo i lavoratori da un’azienda all’altra, accentuando la precarietà del lavoro.
Innse, Eutelia, Fiat e indotto a Termini Imerese e Pomigliano d’Arco ecc., sul piano nazionale e Ritel Schneider, Eems, Eda, ecc. su quello locale sono solo alcune delle più clamorose tragiche vicende lavorative in una nazione in cui il disagio è oscurato dai mezzi di comunicazione e il 2010 si presenta come l’anno in cui la crisi precipita.
In questo quadro Rifondazione Comunista svolge la propria conferenza dei lavoratori, per riportare il tema del lavoro al centro dell’azione politica, a un anno dall’accordo separato sul sistema contrattuale siglato da Governo, Confindustria, Cisl e Uil e che segna un momento di rottura rispetto alla democrazia sindacale, con l’esclusione della Cgil, il più grande sindacato italiano.
L’autonomia progettuale, negoziale e rivendicativa del sindacato è in concreto cancellata.
Parallelamente il Prc, che assieme a PdCI, Socialismo 2000e Lavoro e Solidarietà, ha intrapreso il progetto della Federazione della Sinistra, si accinge a lanciare una campagna referendaria per la cancellazione della legge trenta sulla precarietà del lavoro, per il NO al nucleare e per la gestione pubblica dell’acqua.
Rifondazione Comunista invita tutte le lavoratrici e tutti lavoratori a partecipare alla conferenza, sabato 23 gennaio 2010 presso la sede della federazione di Rieti in Via S. Agnese 13/e.