Simone Fratini: “Il Green Pass così concepito è poco incisivo e penalizza i ristoratori”

“Il vaccino anti Covid è senza dubbio un diritto e soprattutto un dovere al quale ogni italiano dovrebbe assolvere. Numerosi studi scientifici assicurano che i casi di positività tra i vaccinati sono rari, con una carica virale molto bassa e con un’infezione che comunque dura pochi giorni. Tutto ciò apre un importante spiraglio di speranza per il mondo intero verso un ritorno ad una vita normale.

Tuttavia trovo che il Green Pass così concepito possa essere poco incisivo e, soprattutto nel caso dei ristoratori, penalizzante. Già vessati dagli irrisori rimborsi del governo questi ultimi si trovano nuovamente ad affrontare una situazione spiacevole e pericolosa dovendo svolgere un ruolo simile a quello di un pubblico ufficiale, rischiando multe salatissime e esponendosi a critiche ed invettive di parte della clientela.

Appare quindi chiaro che questa categoria è destinata ancora a pagare un prezzo piuttosto salato. Una misura da adottare a mio avviso potrebbe essere quella di obbligare tutti i lavoratori dipendenti che abbiano necessità di giorni di malattia sul lavoro a sottoporsi ad un tampone e, laddove risultassero positivi al Covid e non possessori di Green Pass, considerare il fatto di non retribuirli, o farlo soltanto in parte nel periodo di riposo forzato.

Chi lavora in proprio ovviamente conosce rischi e pericoli del Coronavirus anche a livello economico personale e valuterebbe a propria coscienza l’opportunità di proteggersi. In questo modo vaccinarsi o meno diventerebbe veramente una scelta individuale e colui che decidesse di non provvedere alla propria somministrazione risponderebbe personalmente della strada intrapresa. La mia è soltanto un’idea, potrebbe però essere interessante elaborarla”.

Così in una nota Simone Fratini, vicesindaco di Fara in Sabina