“Caro Sindaco Cicchetti, la vostra proposta urbanistica volta a risolvere l’annoso
problema della ricostruzione delle scuole danneggiate dal sisma, è di una fragilità
disarmante. Davvero volete far credere a una città intera che per trasformare un’area e portare a compimento una azione di pianificazione, basti scrivere una delibera di belle quanto superficiali intenzioni e poi costringere un Consiglio Comunale (spedito in ferie estive dal lontano 2017) a votarla? Davvero intendete polarizzare il dibattito dei prossimi mesi su scuola si o scuola no, scuola dove, e aspettare il primo stop dell’iter amministrativo per barricarvi dietro un “noi volevamo ma non ce lo hanno fatto fare”? La ricostruzione delle scuole è un tema cruciale per lo sviluppo di Rieti nei prossimi anni: un tema che mette insieme giovani, urbanistica, viabilità, opere pubbliche, servizi.
Scuola non è solo un edificio da ricostruire, scuola significa anche comunità, incontro,
costruzione di futuro. Si tratta di dare un nuovo volto alla città vecchia e a quella nuova, ma ancor più in generale di progettare la Rieti del futuro. Per farlo bisogna avere un progetto serio, robusto, poggiato su percorsi amministrativi realistici.
Bisogna avere un’idea di città in testa, che va costruita con i cittadini che la
abitano, che guardi ai prossimi venti anni e al contempo una competenza
amministrativa che purtroppo ad oggi, nella vuota proposta avanzata, non si
riesce ad intravedere.
Veniamo al merito. Le ordinanze commissariali n. 33 e n. 56 (basterebbe leggerle) chiariscono e ribadiscono alcuni aspetti su cui sarebbe bene soffermarsi a riflettere prima di lanciarsi in operazioni complesse:
- Il carattere della ricostruzione deve mirare a rivitalizzare il tessuto consolidato delle città colpite dal sisma e non a consumare nuovo suolo svuotando di senso l’esistente.
- In caso di necessaria rimodulazione di finanziamenti, destinati inizialmente alla riparazione del danno e poi dirottati verso la costruzione di nuovi edifici sostitutivi, tutte le spese aggiuntive restano a carico dell’ente proprietario, come anche le spese per riparare il vecchio edificio destinandolo a nuova funzione. Queste sono solo le premesse. La vostra proposta ovviamente non ne tiene conto e ripiega su una soluzione ben poco praticabile: infatti le aree da voi individuate presentano criticità tali da far sorridere anche chi di urbanistica non ha nozione alcuna; tutti, si direbbe, tutti tranne un Consiglio Comunale del tutto disabituato a studiare le tematiche poste, a riflettere, a formulare linee di elaborazione critica. Il comprensorio di Porrara, per il quale avete da poco approvato un Piano Quadro inutile quanto di fatto inefficace, non è mai stato sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica. Non avete voluto farlo rinviando tale necessità a data da destinarsi. Per farci oggi una scuola, sia attraverso la proposizione di un (improbabile) piano attuativo che attraverso la proposizione di una variante urbanistica puntuale, servirebbe una progettazione matura e seria di tutto il comprensorio, suffragata appunto da valutazione ambientale (VAS nel primo caso, VIA nel secondo), un calcolo reale di tutti i costi e quanto meno delle opere di urbanizzazione minime.
Tempi lunghi, troppo lunghi data l’esigenza dell’edilizia scolastica; decisamente scoraggianti se si prendono a riferimento quelli a cui avete abituato la comunità locale per cose ben più banali. L’area del Perseo è ancora più critica: è di proprietà privata, soggetta a vincolo idraulico per pericolo esondazione, posta al centro di un crocevia stradale che va risolto. Anche per essa valgono le valutazioni ambientali e quelle sui costi aggiuntivi elencati per l’area di Porrara.
Temi mai richiamati o minimamente accennati, esplorati, o resi in qualche modo noti. Si richiama (però e soltanto) la possibilità di realizzare una scuola nella porzione più disagiata dell’area, la meno adatta e meno appetibile, destinando al contrario la zona più nobile alla realizzazione di nuove abitazioni private non previste in nessuno strumento vigente. Strade, opere di mitigazione del rischio esondazione, valutazione del prezzo dei terreni per eventuale esproprio, opere collaterali di completamento urbano, non pervenute. Ci preme qui ricordare a ogni cittadino e cittadina che queste attività andrebbero pensate, valutate e programmate oggi, cioè prima di effettuare una qualsiasi scelta.
Non solo, andrebbero anche raccontate alla città e esposte raccontando scelte fatte, vincoli da rispettare e decisioni prese. La pochezza delle riflessioni a corredo della delibera farebbe invece pensare a una scelta di fatto elettorale e non concreta, capace solo di spedire al prossimo mandato una riflessione più opportuna. Con buona pace degli alunni e delle alunne e dei loro genitori, ma anche della città tutta. A proposito di serietà si torna a sottolineare che se nel tempo trascorso (inutilmente) aveste pianificato, perimetrato e costruito scenari in cui incardinare i Programmi di rigenerazione urbana di cui all’art. 2 della legge regionale n. 7 del 2017 – come più volte suggerito parlando nel vuoto generalizzato dell’incompetenza della vostra gestione – e dai voi saltati a piedi pari, forse oggi si sarebbe potuto condividere un percorso già di fatto esplorato, possibile, concreto, presentabile ad un Commissario al Sisma che, probabilmente anche con vanto, avrebbe supportato la comunità locale nel proprio tentativo di ricostruirsi un futuro.
Ma così non è stato e non è. Dove trovate un “buco” (vuoto) urbano, l’impressione é che voi proponiate la prima cosa che vi passa per la testa, senza logica, senza progettualità, senza visione alcuna. Per favore fermatevi a riflettere: ritirate la delibera e aprite un confronto davvero efficace con gli organi preposti (Commissario al Sisma – USRL – Regione Lazio – Provincia di Rieti). Fate partecipare la cittadinanza, i rappresentanti delle istituzioni scolastiche e le forze politiche e infine fate votare un Consiglio comunale finalmente restituito al proprio ruolo. Non lasciate sprecare a Rieti l’ennesima occasione di ricostruzione vera. Non fate perdere alla cittadinanza altri anni proponendo progetti già falliti in partenza”.
Per il gruppo di Rieti in Comune, Rosella Volpicelli, Giovanni Ludovisi, Alessandro Fusacchia.