Il Mab è un laboratorio didattico-innovativo di mappatura collettiva e partecipata di un luogo, o di un insieme di luoghi, che integra i dati percettivi con le conoscenze culturali e geografiche di un territorio.
Rientra nel campo dell’Outdoor Learning.
104 studenti formati nelle Mab classes, si sono sfidati in una challenge di alto profilo, a conclusione della formazione sul format metodologico. Coinvolte 13 scuole di 7 città, con 17 docenti provenienti da Lazio ed Umbria.
Due i progetti vincitori: “Reate experience” dell’Istituto di Istruzione Superiore Celestino Rosatelli di Rieti, per la scuola media superiore e “La vena d’acqua del centro Italia” dell’Istituto Comprensivo Perugia 5, per la Scuola Media Inferiore.
La Rete Nazionale Mab, articolata in 9 sottoreti e promossa dalle scuole polo nazionali “Costaggini” di Rieti e “Pascal” di Pomezia, con le dirigenti scolastiche Alessandra Onofri e Laura Virli, ha reso possibile quello che sembrava inimmaginabile in un tempo di pandemia.
L’acqua ha rappresentato il filo conduttore delle diverse progettualità: un elemento di vitale importanza, che unisce e divide, resiliente come nient’altro nel prendere forma ed adattarsi a terreni, contenitori, luoghi.
I giovani mappers, guidati dai propri docenti teacher guides, hanno avuto l’opportunità di guardare con occhi nuovi, quelli dell’anima, i territori a loro familiari: se ne sono appropriati, ne sono diventati gelosi custodi. Perché per tutelare bisogna conoscere, per conoscere bisogna amare la propria terra ed il pianeta in generale. In quest’ottica, la sfida non è stata vinta da due scuole, ma da tutti gli Istituti partecipanti che, in un momento tanto complesso, hanno avuto il coraggio di mettersi in gioco, entusiasmandosi.
A giudicare i progetti, una giuria d’eccellenza: Simona Gallese dell’Unesco, Luana Colacicchi, Mario Febroni, Carla Franceschini, Barbara Nancinelli e Michela Nucciarelli.
L’Istituto Rosatelli, scuola capofila della sottorete 6, con la dirigente Beatrice Tempesta, ha supportato il progetto fin dall’inizio, consapevole che quando la scuola italiana fa rete, gli studenti sprigionano un’energia senza pari.