La città di Rieti dispone di piccoli oggetti preziosi, talvolta poco noti o del tutto dimenticati dai suoi stessi abitanti. È, ad esempio, il caso dell’organo di “San Rufo”. La chiesa che sorge nella piazza “centro d’Italia”, infatti, custodisce un interessante strumento, prodotto dalla mano sapiente di Damaso Fedeli–Fedri e ospitato in una preziosa cantoria realizzata in legno finemente decorato. Lo strumento, di recente, è stato dotato di un nuovo “motore” e può pertanto ritornare a suonare, nonostante abbia bisogno di ulteriori restauri.
Per festeggiare questa novità e per portare all’attenzione della città la sorte di questa preziosa parte della sua storia, la Confraternita di Misericordia di Rieti, con la direzione artistica di Renzo Fedri, il patrocinio del Progetto Culturale della Diocesi di Rieti e la collaborazione del settimanale «Frontiera», ha deciso di offrire a curiosi e appassionati un concerto con lo strumento.
Sabato 20 luglio alle ore 18, sarà dunque nuovamente possibile ascoltare la voce del “Fedeli” grazie alle mani esperte del M° Luigi Chiarizia, giovane e talentuoso organista e clavicembalista aquilano, che per l’occasione proporrà un repertorio articolato su autori che vanno dalla seconda metà del 1400 alla fine del 1600.
L’attenzione della Confraternita di Misericordia di Rieti per la chiesa e per l’organo di San Rufo è dovuta alla particolare storia del luogo. La chiesa, infatti, è oggi di proprietà del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, ma al tempo della sistemazione dell’organo “Fedeli” era affidata ai Camilliani “Ministri degli Infermi”.
Naturale, dunque, per la Confraternita reatina, il cui servizio è prevalentemente svolto nell’area socio-sanitaria, sentire una forte affinità con questa preziosa testimonianza di fede e pietà cristiana nei confronti dei malati e dei sofferenti. Qualità che contraddistinsero anche il venerabile Massimo Rinaldi, vescovo reatino alla cui memoria è dedicato il concerto. All’esibizione del M° Luigi Chiarizia seguirà la celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Giovanni Maceroni, presidente dell’Istituto Storico Massimo Rinaldi.