SANITA', LE ASSOCIAZIONI REATINE SCRIVONO A ZINGARETTI

Zingaretti

Gentile Presidente,
leggiamo con preoccupazione, sulla stampa, che  intende risolvere i problemi della disastrosa Sanità laziale con alcuni provvedimenti considerati “decisivi”, tenuti a parametro persino per la valutazione dei Direttori Generali della ASL:

1.   i pazienti operati di colecistectomia laparoscopica dovranno essere
      dimessi dall’ospedale entro il 3° giorno dall’intervento;
2.   i pazienti broncopneumopatici dovranno essere assistiti a domicilio;
3.   I parti cesarei dovranno essere ridotti;
4.   gli ospedali dovranno essere in grado di disostruire in 30 minuti le
      arterie coronarie trombizzate;
5.   gli interventi con frattura al femore devono essere operati entro 48 ore 

Inoltre, verranno  bloccate le deroghe per l’assunzione di nuovi primari e persino di caposale FRANCAMENTE,  DI QUESTO PASSO, NON ANDIAMO LONTANO!  Passi pure il concetto che la moltiplicazione dei primari non è sempre coincisa con l’efficienza dei Servizi, ma spesso con  favoritismi inutili e dannosi, viene difficile pensare che la salute della popolazione migliorerà in modo significativo per il solo fatto che si bloccano le assunzioni dei primari e delle caposale, ignorando che non si può, anche in questi casi, sempre generalizzare.

Ma, anche per gli altri indicatori, speriamo che qualcuno abbia, banalmente,  tenuto conto di alcune accortezzebasilari. Ad esempio, dimettendo in 3 giorni  una persona operata di colecistectomia cosa ne sarà di un colecistectomizzato, se poi a casa non trova nessuno che gli pratichi l’eventuale terapia antibiotica e si incarichi di  trasportare persone anziane sole, più volte, da casa all’ospedale,anche solo per le medicazioni ?

Cosi come, con il blocco delle assunzioni, assistere i pazienti broncopneumopatici–e non solo, visto il n. incredibile di disabili e malati cronici  a domicilio- senza infermieri e medici territoriali preparati allo scopo ed in n. sufficiente.  O ancora, la riduzione dei parti cesarei (nel Lazio al 45 % contro una media nazionale al 38%) senza aver aggiornato i medici ginecologi su come intervenire circa i parti a rischio. O ancora, della possibilità concretadi soccorrere gli infartuati senza la necessaria preparazione di cardiologi e cardiochirurghi  per la disostruzione tempestiva delle coronarie, senza ipotizzare di trasportare questo tipo di pazienti in strutture centralizzate, guarda caso, quasi sempre presenti nella sola Roma?

In verità, quando, durante le recenti elezioni regionali del Lazioabbiamo avuto modo di incontrarLa, (invero come altri candidati) per descrivere la condizione disastrosa della Sanità reatina e laziale a causa del malgoverno politico affaristico, memori dei perversi meccanismi messi in atto a danno dei malati e del Servizio Sanitario pubblico, raccomandammo alcuni provvedimenti vitali per la correzione dei meccanismi di sistema, e  provvedimenti concreti, decisivi per intervenire subito per l’assistenza e le cure di pazienti a rischio:

  1.  Raffermare il principioche occorre passare, non solo a parole, da Servizio Sanitario, a  Sistema per la Tutela della Salute
      della popolazione,considerando un vero e proprioinvestimentoogni intervento mirato nellaprevenzione(alimentazione, stili di
      vita, relazioni umane, consumi, attività produttive, lavoro, …), diagnosi, cure ed interventi riabilitativi, necessarinel limitare le
      patologie, le morti precoci e gli stati invalidanti, nella consapevolezza che rappresentano un enorme vantaggio per la qualità
      di vita della popolazioneed unindubbio risparmio economico per lo Stato !

  2.  Responsabilizzare il sistemacon l’introduzione di norme che  consegnino ai cittadini ed alle Organizzazioni civiche che li
      rappresentano,  il controllo diretto sui bisogni e sul corretto orientamento delle risorse professionali e materiali;

  3.  Togliendo il potere di nomina e  di conferma al livello partitico sui  livelli apicali di gestione delle Aziende Sanitarie, Direttori
      Generali per primi,peraffidarlo ad agenzie indipendenti ed agli stessi cittadini, che devono poter esprimere un giudizio
      definitivo, attraverso indicatori concordati con la Regione, sull’operato dei vertici sanitari e su chi conduce i Servizi;

  4.  Introducendo un  “sistema premiale” efficace,sia di tipo economico che di carriera,basato sulla capacità dei gruppi operativi
      e dei singoli di ridurre il n. delle patologie, gli aggravamenti, le complicanze delle stesse e gli stati invalidanti;

  5.  Obbligando la dirigenza ASL, pena il licenziamento, acondividere, ad ogni inizio anno, il budget di previsione con i cittadini
      e le associazioni, dopo aver relazionato sullo stato di salute della popolazione loro affidata(relazione statistico-
      epidemiologica), sulle risorse investite ed i risultati attesi in termini di efficacia, efficienza e qualità;

  6.  Creando sinergie ed alleanze tra cittadini, operatori ed istituzioni, per condividere piani progettuali operativi ed interventi
       mirati per la salute della collettività;

  7.   Attuando provvedimenti immediatiper intervenire in modo appropriato sui problemi di salute della popolazione;

  8.   Incremento dell’assistenza domiciliareed ai malati cronici e disabili (infermiere di famiglia, specialisti domiciliari);

  9.   Abbattimento delle liste di attesa(appropriatezza, formazione, pieno utilizzo risorse,…);

10.   La riduzione degli “errori in pratica medica ed assistenziale”;

11.   Corretta distribuzione territoriale delle risorsesulla scorta dei conclamati bisogni dei cittadini;

12.   Intervenendo con Servizi adeguati ed integrati (reparti oncologici, Radioterapia, chemioterapia, Hospice, assistenza
       domiciliare, riabilitazione, …)  risorse professionali preparate ed un Registro Tumori ogni provincia / ASLper studiare le
       cause prime dell’invasione dei tumori tra la popolazione e non lasciare nulla di intentato per prevenirli e curare
       adeguatamente i malati;

13.   Interventi mirati all’educazione sanitaria ed alla prevenzione(inquinamento ambientale, rifiuti, prevenzione sul lavoro,…);

14.   Sostegno alla genitorialità ed ai minori (visite domiciliari ai nuovi nati ed alle puerpere, visite preventive a tutti i bambini ad
       età filtro, accoglienza e sostegno alle famiglie immigrate, reintroduzione delle visite medico scolast
iche ed il rispetto dei
       bilanci di salute da parte dei pediatri,potenziamento degli screening alle donne ed ai minori,…);

15.   L’incremento dei percorsi formativi per personale mirato alla prevenzione(Assistenti Sanitari, infermieri di famiglia, tecnici
       della prevenzione, ingegneri ambientali, …);

16.   Il potenziamento dell’Ospedale di Rieti, ormai in gravissime difficoltà ed a rischio di chiusura in molti reparti e Servizi
       (Oncologia, Neonatale, Ortopedia, Dialisi, TAO, …), fornendo le deroghe necessaria al loro funzionamento; 

17.   La riapertura di quei presidi ospedalieri di frontiera, improvvidamente chiusi, lasciando la popolazione senza un’adeguata
       protezione sanitaria;

18.   L’internalizzazione dei Servizi che molte ASL, tra quella di Rieti, stanno affidando a privati, (Diagnostiche, Radiologie,
       Assistenza Domiciliare, personale ausiliario, …), privilegiando contratti di lavoro stabili per risorse competenti ed affidabili;

19.   L’incremento dei Servizi di riabilitazione per intervenire e prevenire stati invalidanti in una popolazione dove circa il 40%
       soffre di una patologia cronico-degenerativa.

Su questo, che può essere fatto in gran parte subito,ricordiamo bene, gentile Presidente il suo pieno accordo con le Associazioni. Ora, non disponibili ad accettare passi indietro,  aspettiamo i fatti, a cominciare dal confronto diretto con i cittadini e le Organizzazioni civiche che li rappresentano.