E’ uscito da poco il libro di Michele Spagnoli “Una sezione per ogni campanile – Il PCI nella provincia di Rieti negli anni ’40 e ‘50”. L’argomento del saggio si può capire dal titolo, che richiama un’espressione utilizzata dal dirigente comunista Pietro Secchia nel 1945.
Il libro non vuole essere un “santino” del PCI, nonostante la pubblicazione coincida con il centesimo anniversario della fondazione del partito. E’ anzi la storia del difficile percorso di affermazione e consolidamento di un soggetto politico che aveva come riferimento principale la classe operaia, in un contesto sociale in cui gli operai erano presenti in misura molto ridotta. E’ una storia di vittorie e fallimenti, di critica alla società e di autocritica.
Quest’ultima è la vera e propria cifra stilistica della comunicazione interna all’organizzazione, sempre solerte a rilevare i propri limiti e le proprie manchevolezze. E’ la storia di un partito partecipe di tutte le agitazioni popolari, vicino alle comunità locali e particolarmente attento alle esigenze delle fasce più povere della popolazione.
Nel libro vengono trattate questioni di carattere organizzativo e politico. Il PCI, che aspirava, dopo la fine della guerra, a diventare un partito di massa, curò molto gli aspetti legati al tesseramento, alla diffusione sul territorio, al coinvolgimento dei giovani e delle donne, alla formazione dei quadri dirigenti e alla diffusione della stampa. Su tali argomenti esiste una documentazione molto minuziosa. Oltre a ciò, ampio spazio è dato all’elaborazione politica del partito riguardo lo sviluppo della provincia reatina, i grandi temi proposti dai congressi nazionali del PCI e le principali dinamiche della politica internazionale. Anche a Rieti, i comunisti dispiegarono il loro impegno sui temi della pace e del disarmo, strettamente legati alla divisione del mondo in blocchi contrapposti guidati dagli USA e dall’Unione Sovietica; divisione che prendeva forma proprio negli anni oggetto di analisi.
Attraverso le vicende del PCI nel reatino, è possibile anche avere notizie sulle condizioni socioeconomiche della zona di riferimento. Ci viene restituita l’immagine di un’area per lo più povera e arretrata, in gran parte carente dei servizi essenziali. Il tessuto economico locale mostrava una netta prevalenza del settore agricolo. Si trattava però di un’agricoltura che spesso non era in grado di fornire ai contadini mezzi sufficienti di sostentamento, costringendo tanti piccoli coltivatori a cercare ulteriori fonti di guadagno. Era forte, poi, la piaga della disoccupazione, al punto di generare una consistente emigrazione di persone in cerca di lavoro. A questo proposito, i comunisti reatini si batterono per la realizzazione di opere pubbliche e per l’industrializzazione.
Il libro è edito da Robin Edizioni e acquistabile in tutti gli store online. Il contenuto si basa sulla documentazione reperita nell’archivio del Partito Comunista Italiano, conservato presso la Fondazione Antonio Gramsci di Roma.