“Gran parte della risposta che il Vicesindaco di Rieti consegna alle opportune osservazioni del Segretario reatino del PSI, si condensa in uno sgangherato attacco al sottoscritto.
Attacco gratuito, in quanto vede un amministratore della città ingerirsi in dinamiche partitiche oltretutto ad esso estranee. Attacco infondato, in quanto fattualmente smentito nel metodo e nel merito. Veniamo ai fatti. Dallo “scoppio” della pandemia ad oggi, il sottoscritto ha avanzato all’indirizzo dell’attuale amministrazione ripetuti inviti “all’unità civica”, ritenendo che al cospetto di emergenze epocali, per fronteggiare la contestuale crisi sanitaria ed economica, si dovesse lavorare unitariamente su piani più alti, pur nella limpida chiarezza delle posizioni.
La risposta dell’amministrazione a stento pervenuta, ha riaffermato la dimensione di una grottesca autosufficienza, cincischiando con misure per un verso immaginate, per altro verso asfittiche, assolutamente mancanti, dati alla mano, del benchè minimo effetto. Quanto al merito, nella sala giochi delle azioni rivendicate dal Vicesindaco relativamente al centro storico, le uniche concrete, quella della rimodulazione del finanziamento di “Rieti 2020” per l’ex mercato coperto e quella relativa alla modifica del regolamento per la diffusione dei dehors, hanno avuto il sostegno formale anche dal sottoscritto. Oltretutto, per la promozione dei dehors si è benedetta e ripristinata la precedente pedonalizzazione del centro storico, determinando nel suddetto luogo, in primavera ed estate scorse, un cospicuo ritorno dei cittadini alla sua frequentazione.
Non tornerò certamente, in questa sede, ad argomentare sulla civiltà di questa misura, salvo osservare che della pedonalizzazione del centro, l’elemento fondamentale di maggiore cambiamento venne rappresentato dalla chiusura di via Cintia, scelta strategica totalmente inalterata dall’attuale amministrazione. Sul Terminillo, infine, propongo da vent’anni, in chiave diffusamente argomentata di univocità gestionale e respiro strategico, l’istituzione di un Parco Naturale, raccogliendo in parte privatamente, in parte pubblicamente, una trasversale disponibilità, espressa in passato anche da esponenti di spicco del partito del Vicesindaco. Il quadro rappresentato riflette il panorama dei fatti, tale da rispedire al mittente, ed evidentemente al suo suggeritore, le malevole accuse di un’opposizione radicale, che mal si concilierebbe con le idee socialiste.
Invece di avventurarsi in ragionamenti più grandi di lui, reputo utile che il Vicesindaco sappia, insieme al suo mentore, che il sottoscritto si orienta bene tra i principi del socialismo, avendone anche modernizzato i dettami con scritti finiti in testi universitari ed avendone frequentato le stanze che li hanno nel tempo custoditi, con una fedeltà e coerenza non da tutti rivendicabili. Certo, chi vanta una rispettabile provenienza familiare socialista, come il Vicesindaco, può avere di quella cultura la tentazione adolescenziale di tracciarne i profili, tuttavia dopo averla trasformata in nostalgiche espressioni di degenere “socialismo nazionale”, tutto ciò diventa non più potabile”.
Carlo Ubertini