“Abbiamo visto la Legge di Bilancio e letto con la dovuta attenzione la relazione tecnica che l’accompagna ma esprimiamo il nostro giudizio negativo sul nuovo sistema sui posti di sostegno, giudizio negativo avvalorato anche dal recente incontro tenutosi al Ministero dell’Istruzione.
Il decreto sul sostegno, scritto in attuazione di una delle deleghe della Legge 107/2015, porterà tagli di organico nei prossimi anni – spiega il Segretario generale della UIL Scuola – ed il giudizio negativo della UIL Scuola non è un pregiudizio ma una attenta lettura delle norme.
Dietro un lessico tecnocratico – osserva Turi – si comprende che si va verso la riduzione dei posti di sostegno, in particolare per quelli in deroga. Quando si legge che «è rotto il sinallagma tra gravità/rapporto 1.1» e che «si definisce un debito funzionale» e che si pensa di fare cadere su tutti gli altri docenti della classe, attraverso una formazione obbligatoria, si capisce che il cerchio è chiuso.
Non ci saranno tagli, dunque? Vogliamo credere nelle rassicurazioni del dott. Bruschi, del Ministero dell’Istruzione, che si dice convinto – proprio come noi, osserva Turi – dello straordinario valore del sistema di integrazione italiano, che è il fiore all’occhiello del sistema scolastico italiano.
Negli scorsi anni – ricorda Turi – abbiamo accolto delegazioni europee venute in Italia per comprendere e studiare il meccanismo di integrazione italiano. Cambiare un sistema che funziona non è saggio – sottolinea Turi – perché i vantaggi di metodo e di competenze attese che si vorrebbero introdurre rischiano di riportarci indietro nel tempo. Gli altri sistemi scolastici europei che vorrebbero imparare da noi non tagliano ma investono molto più di noi in istruzione in termini di percentuale sul PIL. Meglio non strafare ed evitare avventure tecnocratiche che non vanno da nessuna parte”.
UIL Scuola