“I tecnici della valutazione di incidenza ambientale della Regione Lazio, hanno sancito la compatibilità tra il progetto cosiddetto TSM2 e la vocazione naturalistica del Terminillo. Lo hanno fatto stralciando uno degli interventi previsti e definendo l’iter applicativo attraverso prescrizioni metodologiche e priorità tempistiche.
Ciò, evidentemente, si incarica di ribadire la “doppia natura” del Terminillo, storicamente sciistica e geograficamente naturalistica, per ciò stesso reclamante esigenze di compatibilità. Abbiamo di fatto, dunque, l’approvazione del progetto, ma proprio per questo non è più rinviabile per il Terminillo l’esigenza di una cornice gestionale e strategica. Un assetto territoriale in grado di unificarne la gestione e moltiplicarne la valorizzazione. Un assetto in sostanza che per caratteristiche territoriali e dettami legislativi si identifica con la costituzione di un Parco Naturale. Rinnovo la mia proposta che suggerisco da vent’anni, sulla base della mia formazione culturale, sensibilità politica ed impegno amministrativo.
L’istituzione di un Parco Naturale, da un lato, avrebbe il pregio di unificare finalmente una gestione da sempre divisa tra cinque comuni, con un impianto di programmazione urbanistica frammentato ed incerto, tale da allontanare auspicabili investitori. D’altra parte, proporrebbe la moltiplicazione delle potenzialità del Terminillo, componendo l’offerta sciistica invernale con quella ambientale estiva, dimostrando così di saper leggere correttamente le destagionalizzate presenze di quest’anno nella nostra pregiata località. Tutto ciò nella cornice di un strumento di governo del territorio autorevole, in grado di attrarre risorse finanziarie europee, oltre a quelle già predisposte dall’impronta green del recovery fund.
La sancita compatibilità tra le “due anime” del Terminillo, in sintesi, va trasformata da tecnica a strategica, declinando uno sviluppo nuovo, moderno, ampio, articolato, armonico e compiuto, capace di esaltare invidiabili sinergie, partendo dalla fondamentale constatazione che da qualche tempo, nel nostro territorio, si è incardinata la singolarità nazionale del corso di laurea in Scienze della Montagna”.
Carlo Ubertini