I GRILLI PARLANTI REATINI: LORO NON SI ARRENDERANNO MAI, NOI NEPPURE

Grillo a Rieti

Avremmo preferito esserci sbagliati ma i fatti ci hanno dato purtroppo nuovamente ragione. L’elezione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e le modalità in cui è avvenuta è un fatto di una gravità assoluta per il Paese. Paese che alle ultime elezioni ed in questi giorni anche davanti a Montecitorio ha chiesto ad alta voce un cambiamento. La risposta che gli pseudo rappresentanti del popolo presenti in Parlamento hanno saputo dare è stata chiara: per la prima volta nella storia è stato rieletto il presidente uscente con l’accordo delle tre forze che governavano prima delle elezioni. Il nome nuovo è il vecchio presidente. Ancora una volta Beppe Grillo era stato profetico quando durante i suoi comizi diceva “Ci sarà un nuovo inciucio con l’unica differenza che stavolta saranno costretti a farlo alla luce del sole”.

Questa volta la colpa è tutta del Pd che per una semplice questione di numeri comandava le danze. Il professor Stefano Rodotà era un candidato libero, non era etichettato o etichettabile in alcun modo, nè tanto meno è un appartenente al Movimento 5 Stelle. 

E’ una personalità di altissimo profilo, per esperienza, competenza e garanzia di rispetto delle Istituzioni repubblicane e di tutte le forze politiche. Rodotà era il candidato della Costituzione e di tutti i cittadini che si riconoscono nella nostra Carta. Era la prima volta nella storia della Repubblica italiana, che la candidatura di un possibile Presidente veniva richiesta con entusiasmo nelle piazze. Quelle virtuali e quelle reali.  Allora noi del M5S ci siamo chiesti e la domanda è venuta anche dalla stessa base del Pd  perché non è stato appoggiato Stefano Rodotà e queste sono le risposte che ci sono state date:  ” Perché c’è una parte del Pd che non guarda al M5S ma a destra. Spero sia chiaro a tutti. Ed è questo il vero problema.” (Giuseppe Civati, deputato PD).

Peggio ancora quella del  parlamentare locale Fabio Melilli: “Perché Grillo ci dice arrendetevi e noi che facciamo? Usciamo con le mani alzate. Suvvia.” Poche parole che lasciano esterrefatti ma al tempo stesso molto chiare.  Per Melilli scegliere una persona onesta competente ed ai margini della casta è una resa. Così come evidentemente considera una resa dover iniziare a fare gli interessi della collettività rinunciando ai propri privilegi, evidentemente considera una resa dover ascoltare le richieste dei cittadini, ed evidentemente considera una resa avere più a cuore il bene comune piuttosto che  le ambizioni e la sopravvivenza politica personale.