AGE SMENTISCE CATEGORICAMENTE L'ASSESSORATO ALLE POLITICHE SOCIALI

Comune di Rieti, centro diurno sostegno disabili Spinacceto

Mi vedo nuovamente costretta a dover replicare ad  accuse ed argomentazioni che sinceramente sono molto lontane dalla mia natura, dalla natura dell’associazione che rappresento sul territorio reatino che fino ad ora non si è mai trovata a dover assumere un atteggiamento difensivo, considerando che ha sempre operato in maniera propositiva e risolutiva laddove ne fosse richiesta la presenza.

L’Age  ha al suo attivo progetti  provinciali e regionali riguardanti tutte le tematiche riferite la ruolo dei genitori, ai giovani ed alla loro formazione, alle criticità degli stessi (devianze, dipendenza, violenza.. etc) alla formazione genitoriale (vedi la scuola IRSEF dell’Age),  proposte progettuali alle scuole di ogni ordine e grado, anche per l’anno 2013.

Le accuse sferrate dal Comune di Rieti il 16 aprile – sul sito istituzionale del Comune – all’indirizzo della scrivente e della benemerita associazione dei genitori Age sono quattro, tuttavia abbiamo dovuto aspettare 48 ore prima di inviare la presente smentita circa le calunnie che i media hanno tratto dal sito del Comune, perché mi ha lasciata esterrefatta questo gesto che infrange ogni confine del buon senso e, forse, anche di altro, questa diffamazione pronunciata e scritta dai pubblici ufficiali dell’assessorato alla politiche sociali del Comune di Rieti nell’esercizio delle loro funzioni, perché mi aspettavo che qualcuno – a partire dal Sindaco e dalla Giunta – intervenisse a tutela delle Istituzioni stesse, dissuadendo l’assessorato da tale iniziativa o quantomeno provvedendo alla rimozione di tali affermazioni dal sito del Comune. Ma ciò non è successo e ci tocca quindi evidenziare che l’assessorato alle politiche sociali del Comune di Rieti, ripeto, nell’esercizio delle sue funzioni pubbliche si sia scagliato contro la sottoscritta, contro l’associazione Age e le migliaia di genitori associati su tutto il territorio nazionale, con affermazioni destituite da ogni fondamento ed il cui scopo può essere soltanto intimidatorio, una aggressione esemplare che esplicita una minaccia a chiunque voglia contestare gli atti del Comune stesso, oggi o in futuro, sia nel merito che nel metodo dell’attività amministrativa.

Prima affermazione: l’assessore ripete da mesi, in più contesti, che  avrei parlato a nome di un’altra piccola associazione di genitori e utenti disabili, in ciò volendo peraltro insinuare che l’Age non abbia diritto di rappresentanza. E’ un falso perché si tratta di un fatto impossibile da realizzarsi, dato che quella associazione non è affiliata ad Age. A questo proposito sembra che solo l’assessore sia rimasto all’oscuro del fatto che su tutti i media di Rieti e provincia, ripetutamente ed in totale trasparenza, in questi mesi mi sono interessata esclusivamente delle famiglie delle 3 operatrici del Centro Rigliani, che sono rimaste senza lavoro dal 1 di Gennaio 2013 pur avendo un contratto a tempo indeterminato, per atti del Comune di Rieti da noi contestati, ribadisco, perché il Centro Rigliani non aveva affatto problemi ne economici ne professionali.

Oltre ad aver preso fischi per fiaschi, l’assessore fa finta di non sapere che Age rappresenta i genitori da 45 anni a livello nazionale, soprattutto nei settori scuola, sanità e politiche sociali – come ovvio –  ma anche nelle politiche del lavoro e del fisco (vedi lo studio del  Quoziente Famiglia al cui tavolo l’Age ha partecipato a tutela dei bilanci familiari ), compiti che  Age svolge anche controllando la correttezza delle politiche e degli atti delle Amministrazioni in questi settori. Pertanto, licenziare chi si occupa dei disabili senza un vero motivo non è accettabile per questa associazione, che piaccia o no all’assessore, come non è accettabile che l’assessore non ci abbia mai convocato per discutere seriamente degli appunti che abbiamo mosso all’Amministrazione sul licenziamento degli operatori di Greccio.

Seconda affermazione: si vuole gettare il discredito sull’attività di solidarietà mia e dell’ Age, sostenendo che la sottoscritta vorrebbe fare politica ‘usando’ a pretesto l’ingiusto licenziamento delle operatrici del Rigliani. Posto che, anche se fosse vero, sarebbe una cosa nobile perché non vediamo politici della maggioranza che si  occupano e preoccupano  in tal senso e, perciò, ben venga l’aver sollevato a Rieti un dibattito sulla solitudine dei meno fortunati, sulla cosa pubblica e sulla solidarietà  che la crisi economica tenta di cancellare. Tuttavia l’Assessore dice il falso perché l’unico incarico istituzionale che ho avuto nella mia vita è quello di rappresentare tutti i genitori del Lazio presso l’Osservatorio delle Famiglie della Regione Lazio, incarico ottenuto su regolare nomina della direzione regionale della mia associazione Age, quindi non certo dai politici. Posto tuttavia che il Comune, nell’esercizio delle sue funzioni, non può pensare di privarci dei nostri individuali diritti politici attivi e passivi, perché proprio non gli compete, ritengo sia assai grave intimidire i cittadini su un diritto costituzionale di questa rilevanza. Ma se la politica e le forze sociali si affiancano all’Age per contribuire a vincere le nostre battaglie di civiltà, allora a noi sta benissimo ogni supporto esterno della politica: il vero problema è che l’assessore non ha purtroppo  mostrato di saper garantire  la normale dialettica democratica, non ascoltando i cittadini e le loro rappresentanze con il dovuto rispetto.

Terza affermazione: l’assessore dichiara in modo dispregiativo che la sottoscritta sia stata “membro di una Commissione regionale che sosteneva la cosiddetta Legge Forte” (!?). Siccome all’assessore non può sfuggire che la Commissione che cita è l’Osservatorio Permanente sulle Famiglie della Regione Lazio, un organo  istituzionale composto da tutte le rappresentanze sociali e del lavoro del Lazio (associazioni, sindacati, esperti, rappresentanti dell’Amministrazione), non è corretto affermare che la sottoscritta avrebbe ‘sostenuto’ la ‘cosiddetta’ legge Forte, perché si manca di rispetto per le Istituzioni Regionali, ma anche perché è un falso per altri tre motivi: 1) perché l’Osservatorio è una Istituzione che ha il compito proprio di formulare proposte sulla legislazione regionale, e non lo fa per il voler di questo o quel politico;  2) perché il dibattito legislativo sulla riforma delle procedure, ruoli e competenze dei vari attori della filiera del socio-sanitario è un grave problema, come si vede proprio dalle contestazioni che riceve oggi l’assessorato tutto da ogni dove, perché è mutato lo scenario e siamo in una crisi economica che colpisce le famiglie e la solidarietà; 3) perché nel mio ruolo di membro dell’Osservatorio ho sostenuto le ragioni dei genitori  – per un servizio di qualità – e non certo quelle dell’Assessore Forte, e l’ho fatto con la stessa indipendenza di sempre. Peraltro, uno dei punti di confronto anche con il Sindacato era quello di fornire un argine alla deriva del lavoro precario nel settore e quindi la necessità di applicare la legge che è già vigente da tanti anni, che prevede il consorzio provinciale dei servizi sociali, che però a Rieti non è stato mai realizzato perché non era stato mai regolato nel dettaglio il processo di accentramento, mentre l’assessore cavalca oggi l’accentramento dei poteri promosso dalla Regione senza però voler definire alcuna regola condivisa tra gli attori della filiera, con un atteggiamento di disprezzo per tutto e per tutti.

La quarta affermazione: “ … è miserabile chi strumentalizza, per fini di propaganda politica, una vicenda nella quale gli sforzi devono essere profusi nell’esclusivo interesse degli utenti e degli operatori…”,  è la più grave, e non per motivi personali o perché semplicemente falsa, almeno per quanto riguarda gli operatori licenziati del Rigliani. Qui si sostiene
che coloro  che chiedono spiegazioni all’assessore mettono a repentaglio le politiche sociali del Comune di Rieti. Dopo le varie invettive  al mio indirizzo, di cui sopra,  clamorosamente false, fuori luogo e comunque intimidatorie, formulate da un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni, andiamo a scoprire che nella
situazione attuale si perdono i posti di lavoro a centinaia, che tante famiglie provano il dolore della povertà, che gli Uffici Comunali sono spesso protetti dalla forza pubblica a causa dell’assedio di tante persone in preda alla disperazione e che, in tutto ciò, l’assessorato  lancia  invettive ufficiali e personali indirizzate ai cittadini e le loro associazioni benemerite, anche sulla materia del lavoro, invece di rispondere pacatamente alle richieste di chiarimenti e portare moderazione ad una comunità in seria difficoltà. Fa pensare ai metodi facinorosi di un’altra triste epoca della storia italiana, di una cultura della prevaricazione che le istituzioni borboniche italiane non sanno superare: ecco perché è prezioso il dibattito sollevato dall’Age, che piaccia o no al Comune di Rieti.