SPI CGIL Roma e Lazio: “Verso l’umanizzazione dell’assistenza nelle RSA”

Umanizzazione dell’assistenza nelle RSA e confronto con i comitati di partecipazione: sono questi i due obiettivi largamente disattesi dalle direzioni delle RSA.
Lo SPI CGIL di Roma e del Lazio ne ha richiesto l’attuazione sin dal confronto, anni or sono, con la Regione Lazio al momento della stesura del regolamento dei comitati di partecipazione.

Nella situazione Covid sono apparsi più evidenti, in specie, lo scarso impegno a trovare soluzioni per interrompere l’isolamento degli ospiti dai loro familiari e in molti casi le chiusure ai componenti dei comitati e al sindacato dei pensionati che tale impegno sollecitavano. Dalla prima fase del Covid all’attuale si è evidenziata una sorta di autoreferenzialità dei soggetti proprietari e degli amministratori di RSA, una diffusa attitudine a non confrontarsi con sindacato, familiari e comitati di partecipazione.

La Regione Lazio, nei giorni scorsi, accogliendo la richiesta del sindacato, con una sua lettera, ha chiesto alle RSA accreditate di collaborare per il superamento della situazione. La lettera inviata dalla Regione Lazio richiama le RSA ad un impegno per garantire il diritto alla partecipazione dei familiari degli utenti alla vita dei loro congiunti (sia da remoto, almeno una volta a settimana, che, ove possibile, allestendo una “Stanza degli affetti” protetta), e a porre in essere, nelle diverse forme, l’umanizzazione nella tutela degli utenti delle RSA.

La Regione inoltre ha chiesto di conoscere costituzione e composizione dei comitati di partecipazione. Il sindacato dello SPI CGIL di Roma e del Lazio è impegnato perché si concretizzino i cambiamenti che sono stati sollecitati con la lettera della Regione Lazio.

Così, in una nota, Alessandra Romano, segretaria Generale Spi CGIL Roma e Lazio.