AL LICEO VARRONE UN'ASSEMBLEA DI ISTITUTO DEDICATA ALLE DONNE

Liceo Classico Varrone di Rieti

A scanso dei luoghi comuni che vedono la gioventù odierna come bruciata e senza valori, se si estirpasse questo pregiudizio effimero quanto infondato o almeno riferibile solo ad alcuni, si noterebbe quanto gli adolescenti ai giorni d’oggi siano sensibili alle tematiche del mondo che li circonda davanti alle quali si sentono protagonisti, critici, curiosi, non più semplici e passivi spettatori. In particolare, gli studenti del Liceo Classico Marco Terenzio Varrone ci tengono a dimostrare che le assemblee di istituto non sono ore di ozio e di spazio ad esclusivo scopo ludico ma che dietro ogni incontro plenario della scuola c’è un tacito insegnamento ed un invito al dibattito e alla riflessione.

L’assemblea del mese di marzo, in seguito alla ricorrenza della Festa delle donne e paradossalmente in antitesi all’omicidio brutale a scala locale della donna in via di Mezzo ed a scala internazionale di Reeva Stemkamp, fidanzata di Pistorius, poteva essere solo sulla violenza sulle donne, sull’aborto e sulle malattie sessualmente trasmissibili.

Data la varietà degli argomenti, i rappresentanti di istituto Federica Colasanti, Francesco Maria Cleri e Perla Tozzi hanno deciso di articolare l’assemblea in due spazi: uno, l’Aula Magna in cui proiettare un film incentrato sulle malattie veneree, chiamato Philadelphia, con relativo dibattito condotto dai ragazzi del Cic (Centro di informazione e consulenza scolastico), in particolare da Francesca Iacoangeli, e un altro, la palestra, in cui proiettare video significativi sulla tematica intervallati ad interventi studenteschi e di una professionista.

Il primo video proiettato è stato “One Billion Rising” cui è seguito l’intervento sulla violenza domestica di Perla Tozzi, poi è stata la volta della visione di un cortometraggio pluripremiato intitolato ”Piccole cose di valore non quantificabile” e di alcune testimonianze di stalking presentate da Chiara Ercolani.

Dopo queste esposizioni, è stata la volta di un video sulla triste storia di Valentina Pitzalis a cui il fidanzato ha dato fuoco per una forma di gelosia morbosa e poi dell’ospite d’onore dell’assemblea, la giornalista Paola Cuzzocrea che ha sottolineato il ruolo cardine che ha la criticità dei lettori nei confronti degli articoli giornalistici che a volte, per catturare l’attenzione o per tentare di cercare gli aspetti più scabrosi di una vicenda o per seppellirne altri, ricorrono ad espedienti che tuttavia possono essere facilmente rilevati da un occhio attento quale è quello degli adolescenti di oggi che, su mezzi di comunicazione, come Twitter e Facebook possono esprimere la loro su qualsiasi vicenda di eco internazionale e non con le loro impressioni personali.

Dopo la ricreazione c’è stata la testimonianza forte e coinvolgente di una ragazza proveniente dal Bangladesh che ha parlato dell’inesistente dignità sociale che possiede una donna nel suo paese, citando storie di amiche che hanno pagato duramente il prezzo di essersi innamorate di uomini che le famiglie non approvavano.

Infine, si aperto lo spazio dedicato al delicato tema dell’aborto. Il dibattito è stato aperto dall’intervento chiaro e puntuale di Elisa Mariantoni, un’alunna che ha parlato della legittimità della decisione di una madre di abortire in caso di gravi malattie che potrebbero portare alla morte della donna se abbinate ad una gravidanza non interrotta, discorso cui è seguita la controparte di Pietro Scasciafratte che ha detto che questi casi rappresentano solo il 5% della casistica di decisione di mettere fine alla vita del feto, percentuale che si scontrerebbe con un 95% costituito da problematiche economiche, gioventù dei genitori e che un individuo è tale fin da quando c’è l’incontro tra i gameti e che quindi nessuno è autorizzato a sottrargli la vita. Tesi sostenuta anche dalla professoressa Benedetti che ha presentato la questione da un punto di vista religioso, mostrando anche il punto di vista di un’atea, Oriana Fallaci che nel libro ”Lettera ad un bambino mai nato” fa dire alla protagonista ”il bambino non è né mio, né tuo: è suo”. Discussione molto interessante che si è protratta tra gli studenti anche dopo il termine di questa ricca assemblea.