FORSE UN SMS NEL CELLULARE DELLA MOGLIE A SCATENARE IL RAPTUS OMICIDA DEL MACEDONE

La casa dell'omicidio a Rieti

Si sono aperte le porte del penitenziario di Vazia per il 42enne J.S. che ieri pomeriggio intorno alle 15.30 ha ucciso la propria moglie S.M. di 38 anni a colpi di mattarello.

Un raptus di follia arrivato al culmine di una lite familiare iniziata qualche ora prima, L’uomo, ha preso il mattarello da cucina e con violenza inaudita ha colpito ripetutamente la donna fracassandole la testa a tal punto da renderla irriconoscibile.
La furia dell’uomo, di origine macedone, si è placata solo quando il pavimento della camera da letto si è coperto di sangue, al quel punto, resosi conto di quanto aveva fatto ha chiamato un cugino che precipitatosi sul posto non ha potuto far altro che cercare di calmarlo e chiamare 118 e 113.
Nell’abitazione si è precipitata una volante in borghese della Polizia di Stato che ha immediatamente posto sotto sequestro l’abitazione e tradotto in Questura l’omicida, frastornato per l’accaduto e in preda ad un loop, ripetendo in continuazione “Amo mia moglie, era solo un litigio”.
Stupore dei vicini di casa e dei titolari delle attività commerciali del quartiere, dove la coppia era conosciuta ed integrata, lui fornaio presso un panificio di Regina Pacis, lei casalinga. Tutti raccontano di un uomo pacato e molto innamorato della moglie con la quale non aveva ancora figli.
Da una prima ricostruzione degli inquirenti sarebbe stato un sms nel cellulare della moglie a scatenare il raptus omicida dell’uomo. L’accusa è di omicidio volontario con aggravante della crudeltà.