Cani randagi a Poggio Bustone, alcuni residenti: “La volontaria ha dato notizie non complete”

FOTO: Comune Poggio Bustone

A seguito dell’articolo pubblicato su Rietinvetrina.it mercoledì 26 agosto 2020 riguardante una signora che si occupa di alcuni cani randagi nel paese di Poggio Bustone (LEGGI) è giunta in redazione la precisazione di alcuni residenti che pubblichiamo di seguito:

“La notizia fornita dalla signora è carente su parecchi aspetti e l’articolo restituisce un quadro parziale e di parte, strizza l’occhio ai detentori di buoni sentimenti che in quest’epoca di bonaccia culturale fa lievitare facilmente l’audience trasformando in un attimo molte anime pie in feroci leoni da tastiera.

Tanto per cominciare, di cani di taglia piccola, media e grande se ne possono contare non sei ma spesso oltre dodici, costituendo un pericoloso branco in costante crescita che non si era mai formato prima che la signora se ne occupasse. Intendiamoci, nessuno in paese è tanto cane da non capire che in sé l’azione svolta dalla signora è meritoria, bisogna pur dire però che essendo i cani di proprietà di chi se ne occupa dovrebbe svolgere questa attività all’interno della sua proprietà o in luoghi meno frequentati evitando di creare un canile all’aria aperta in una zona urbanizzata con conseguenze non difficili da immaginare. Senza contare che l’azione perché sia veramente buona non può concludersi dove più fa comodo ma deve tener conto anche delle conseguenze senza affermare il dritto e il rovescio secondo capriccio e/o convenienza.

Per esempio: la signora abita a Rieti ma forte del fatto di occuparsi dei cani si è recata ogni giorno a Poggio Bustone per tutto il periodo delle massime restrizioni del Covid 19 in barba ad ogni norma, mettendo ostinatamente in pericolo l’intera comunità. La benefattrice non avrebbe dovuto in primo luogo essere ligia alle norme e tutelare la salute degli abitanti del paese? In un’altra occasione di fronte a due ragazze urlanti che tentavano di sfuggire ad un tentativo di aggressione la signora si guardò bene dall’intervenire e alla domanda di chi fossero i cani fece orecchie da mercante.

Dirimpetto alla signora vive una giovane coppia con bambine piccole che scorrazzano tra deiezioni di vario tipo, senza contare la preoccupazione di eventuali aggressioni già palesate dai genitori. Ne vogliamo parlare? Capita spesso che il branco di almeno dodici cani di varie taglie alberghino davanti alle porte di casa dei vicini compresa la mia, è successo anche al rientro dalle ferie con un caldo soffocante e valigie da scaricare sempre che lor signori si fossero decisi a cambiare zona. Se in attesa del pasto o nella siesta successiva decidono di sdraiarsi un po’ più giù in mezzo alla strada, devo sobbarcarmi il disagio di un lungo giro alternativo semplicemente per rientrare a casa.

Si dà il caso che io non abiti nel folto di una foresta ma, così come da millenni si è organizzato l’uomo anche per sfuggire all’aggressione degli animali, in un luogo cosiddetto urbanizzato dove certe cose non dovrebbero accadere. A queste problematiche la signora è completamente refrattaria e dopo aver fatto la sua “opera pia” e quattro chiacchiere, se ne torna a Rieti con l’anima in pace lasciandoci in balia del branco da lei creato che minimizzando ama definire adorabili cagnolini.

Come tutti i vicini vivo quotidianamente sulla mia pelle questi episodi, potrei citarne a centinaia e costituiscono in sintesi un grosso problema acustico, igienico-sanitario e di sicurezza pubblica. Quando il nostro adorabile cagnolino ci ha lasciati dopo diciotto anni vissuti nella nostra proprietà, ci siamo disperati, chi ha avuto questa esperienza può capire, ma pur essendo di piccola taglia lo tenevamo al guinzaglio nelle uscite. Peccato che un paio di volte ciò non sia stato sufficiente ad impedire ad un grosso cane in libertà di azzannarlo profondamente alla gola, si salvò per miracolo dopo vari interventi. Mia figlia adolescente, traumatizzata e insanguinata quanto il cane non volle più saperne di uscire con lui! Mio fratello e mia moglie in due diverse occasioni finirono al pronto soccorso dopo essere stati aggrediti dai cani e ne portarono a lungo i segni e la paura.

In conclusione so benissimo di chi è la competenza, le guardie comunali a tal proposito ci hanno resi edotti che l’amministrazione comunale ha fatto tutto quanto in suo potere per risolvere la situazione dei cani più o meno randagi, il che deve essere stato veramente molto molto poco visto il risultato! Ovviamente alla zelante signora non può essere attribuita la responsabilità di aver inventato il randagismo, ma quella di aver creato un vero e proprio branco di cani che alberga in una ristretta zona del paese gran parte del giorno creando molti disagi a chi ci abita ed ai passanti occasionali quello si! E questo, checché ne dicano i feroci commentatori che cambierebbero immediatamente idea se abitassero nella zona, rappresenta un problema serio e localizzato di tipo: igienico-sanitario, acustico e di pubblica sicurezza”.