Noemi Ranieri, Responsabile del Coordinamento Nazionale per le Politiche dell’Infanzia e della Sua Scuola nonché Segretario nazionale della Uil Scuola, in una nota sostiene che anche per il segmento della scuola dei più piccoli vanno definite le condizioni per la riapertura in sicurezza a settembre.
Occorre restituire ai bambini ciò che hanno perso in quattro mesi di separazione dai loro compagni e si preparano ad una stagione nuova di curiosità e di apprendimenti nella primaria. Tutto tace e non tranquillizza affatto la comunicazione del CTS sulla impossibilità di usare mascherine per i più piccoli. Il tema non è come difendersi dal virus ma come l’infanzia scomparsa ai radar dei decisori politici – spiega Ranieri – viene ancora una volta rimescolata tra i provvedimenti del Family Act. L’infanzia dovrebbe essere intesa come una categoria sociale, come oggetto di nuovi paradigmi sociali e culturali cui riconoscere le proprie funzioni.
Da questa ambiguità nascono tutte le altre – sottolinea Ranieri – le politiche per l’infanzia non si esauriscono con il dare una scuola o dei servizi educativi per i minori di tre anni ma necessitano di un progetto dedicato che superi il freddo criterio della povertà educativa, sicuramente accentuata dall’impoverimento economico e sociale. Per rilanciare le politiche per i bambini da zero a sei anni era stato messo a punto il decreto legislativo 65/2017 sul sistema integrato per i servizi educativi e della scuola dell’infanzia,decreto che aveva aperto una strada di lavoro che poi si è perso nel gioco delle carte dei provvedimenti che hanno maggiore urgenza.
Il Covid – prosegue Ranieri – ci ha portato a riflettere nuovamente e più drammaticamente sulla necessità di mettere a punto un piano per la scuola dell’infanzia, concreto, virtuoso e ricco di sfaccettature. La scuola dell’infanzia è basata su una didattica che prevede gioco e socializzazione, non è servizio assistenziale. Sbaglia chi pensa di sostituire il lavoro fatto a scuola con attività ricreative e socio-educative che saranno prese in carico dagli enti locali, dall’associazionismo e dal terzo settore.
La scuola dell’infanzia è altro dai centri diurni e centri estivi che saranno organizzati a supporto di quei genitori che tornano al lavoro. Si tratta di attività complementari che mai potranno essere sostitutive della scuola dell’infanzia. R.M.