Non c’è più tempo. Per scongiurare l’aggravarsi dell’inquinamento nei terreni vicino al Parco di Via Liberato di Benedetto (ricordiamo che una sola siepe divide l’area dove giocano i bambini dalle ceneri di pirite e altri rifiuti tossici che giacciono da anni nelle ex aree industriali) è necessario che il Comune di Rieti proceda in danno per l’omessa bonifica da parte dei responsabili della contaminazione e/o degli attuali proprietari, degli stabilimenti ex Montedison ed ex SNIA.
Si tratta di una procedura già avviata dalla precedente amministrazione comunale senza darvi seguito pratico e che è necessario far ripartire al fine di rendere la zona sicura per tutti gli abitanti di Rieti ed in particolare per quelli residenti nei quartieri di Regina Pacis, Madonna del Cuore, Micioccoli e per tutti coloro che frequentano il Parco di Via Liberato.
Questa procedura di “intervento in danno” consentirà al Comune di acquisire il diritto di proprietà sulle aree e, con il consenso dei cittadini, disegnare la Rieti del futuro, decidere finalmente il suo sviluppo urbanistico ed economico rimettendo in moto rapidamente anche l’edilizia locale. I soldi per la progettazione e per la messa in sicurezza non sono proibitivi.
Per quanto riguarda la completa bonifica, invece, le cifre si possono reperire chiedendo alla Regione Lazio e al Ministero dell’Ambiente di inserire il sito, unificando le due aree, tra quelli di interesse nazionale e chiedendo al Governo che, dei 4 miliardi che verranno “regalati” dallo Stato alla Monte dei Paschi di Siena per la ristrutturazione dell’istituto bancario proprietario di buona parte dei terreni ex SNIA, almeno 20 milioni vengano utilizzati come opzione su questi terreni e per bonificare tutte le aree ex industriali, invece di farsi dare azioni della banca a titolo di interessi sul prestito, che rischiano di diventare carta straccia.
Questo per noi è l’unico piano adeguato alle esigenze di restituire in tempi rapidi quelle aree fondamentali alla città. Se ci sono altre soluzioni siamo pronti al confronto ma non sembra che ad oggi siano emerse, al di là della relazione piuttosto sommaria svolta dal Gruppo di lavoro voluto dalla giunta Emili.