CONSORZIO BONIFICA: PER GARANTIRE L'EQUILIBRIO IDROGEOLOGICO DEL TERRITORIO

Consorzio bonifica reatina

La storia del nostro Paese ci insegna che grandi lotte sono state fatte dai nostri Predecessori per costruire un mondo in cui l’uomo potesse finalmente vivere in condizioni dignitose.

Purtroppo questa sana impostazione è stata drammaticamente offuscata da scelte politiche guidate da principi non nobili tra cui l’eccessivo consumo del suolo per fini edilizi, l’inquinamento di intere aree divenute discariche abusive, il tagli boschivi effettuati senza un minimo criterio e l’assenza di pianificazione, stanno dando i loro nefasti risultati. Per cui sempre più spesso viene data notizia di eventi calamitosi di rilevante entità.

Oggi l’emergenza idrogeologica che sta colpendo vaste aree del Paese è divenuta una priorità di fronte alla quale vanno prese iniziative che non possono essere  più demandate. Bisogna cominciare a ragionare su scala di bacino, analizzare il sistema idraulico complessivo in maniera organica e funzionale e rivolgere una particolare attenzione ai fossi montani, che raccolgono e riversano a valle le precipitazioni. La difesa idrogeologica del territorio è una leva insostituibile per il rilancio economico del Paese, la politica deve assolutamente fare scelte che convoglino risorse finanziarie sulle attività volte a ridurre, dove non è possibile eliminarlo del tutto, il rischio idrogeologico.

A tal riguardo il Consorzio ha provveduto a redigere importanti Progetti, alcuni dei quali sono già cantierabili altri lo diverranno entro  il luglio del 2013, essi riguardano:  la Sistemazione idraulica dei torrenti Canera e La Riana, la sistemazione idraulica dei canali allaccianti le acque alte in sinistra e destra Velino, la Sistemazione idraulica del fosso Capocanale nel Comune di Contigliano, la Sistemazione idraulica del sub comprensorio Comunali, la Nuova inalveazione del fosso Sermida nel comune di Poggio Bustone, il Ripristino delle arginature del canale Santa Susanna nel Comune di Rivodutri, ed altri piccoli interventi lungo la rete di canali della Piana Reatina.

Negli ultimi decenni hanno preso vita vari Enti ed Agenzie che improntano la loro attività sul territorio ma non bisogna dimenticare che l’unico Ente, cui istituzionalmente è affidato il compito di garantire l’equilibrio idrogeologico del territorio,  è il Consorzio di Bonifica che attraverso la manutenzione della rete idraulica di scolo di sua competenza e gli impianti idrovori garantisce  il corretto funzionamento di tale equilibrio. Una malsana ideologia ha voluto e vuole vedere nei Consorzi di Bonifica dei “carrozzoni” che vanno a rimorchio di altre strutture sulle quali gravano senza rendere alcun beneficio. Grazie a questa logica sempre meno risorse sono state devolute all’attività consortile.

Eppure il Consorzio della Bonifica Reatina ha sempre operato per fronteggiare qualunque emergenza e per garantire la funzionalità della rete idraulica da esso gestita. Seppur in carenza della erogazione dei necessari fondi regionali, basta pensare che debbono ancora essere liquidate al Consorzio le somme dovute sin dall’esercizio 2007, ha effettuato la prevista manutenzione sulle opere SPM (servizio pubblica manutenzione) e PIR (preminente interesse regionale) dall’impianto idrovoro di Ripasottile a Canera e La Riana, senza alcuna esitazione affinché fosse garantito un alto grado di sicurezza idraulica e si è esposto a tal punto da porsi esso stesso ad Istituto di credito della Regione Lazio,  la quale alla luce delle ben note sgradevoli vicende che l’hanno interessata, si presuppone non potrà onorare a breve i crediti vantati dal Consorzio. Inevitabile conseguenza è stato l’accumularsi di  un cospicuo debito nei confronti di fornitori, imprese e istituti bancari, questi ultimi hanno chiuso o comunque limitato l’apertura dei loro rubinetti,   stante la poca fiducia riposta nella solvibilità della Regione Lazio.

All’attualità questo “illustre sconosciuto” è attanagliato  da una crisi senza via di uscita e la drammaticità della situazione economica non gli permette più di assicurare la conservazione e manutenzione delle opere di interesse regionale. Val la pena evidenziare come la Regione Lazio, totalmente incurante di tale situazione critica, anziché convogliare risorse per i fini suddetti,  ha investito fondi  in opere idrauliche la cui efficacia è tutta da dimostrare. Il  Consorzio deve andare avanti, deve operare, deve garantire ai cittadini consorziati e non,  la certezza di non trovarsi in situazioni di emergenza. Per far questo però ha bisogno di fondi affinché la propria struttura funzioni ed anzi bisogna far si che esso  la potenzi con personale e mezzi affinché non siano deluse le aspettative dei cittadini e degli Agricoltori e soprattutto non sia messa a repentaglio la loro incolumità. Alla luce di ciò è improrogabile il trasferimento dei cospicui crediti che il Consorzio vanta nei confronti della Regione Lazio per lavori eseguiti in concessione ed in convenzione.

Allo stesso tempo però consistenti risorse debbono essere investite per la costruzione di un futuro che deve vedere il rilancio dell’Ente Consorzio che, attraverso l’attribuzione di nuove competenze riacquisterà il ruolo che gli  spetta istituzionalmente e potrà  svolgere il presidio sul territorio creando finalmente su scala provinciale,  un vero “Ente di Servizio per la Difesa Idrogeologica”. L’Amministrazione consorziale, insediatasi da circa un anno, sta investendo a pieno capacità e professionalità  affinché siano raggiunti tutti gli obiettivi che rilanceranno l’attività consortile. 

Punti cardine per la  ripresa sono la riorganizzazione strutturale dell’Ente, il taglio delle spese, la  trasparenza amministrativa, lo studio delle energie rinnovabili, la stipula di convenzioni con i Comuni del comprensorio ecc. che già nel  Bilancio di Previsione per l’esercizio 2013 ne costituiscono l’ossatura. Tutto questo al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica affinché essa sia  edotta su  quali e quante potrebbero essere le ripercussioni negative che il crollo di un Ente così importante provocherebbe sul territorio e sull’economia della pianura Reatina.