Umiltà, mansuetudine, preghiera e lavoro: Sono le caratteristiche di una delle figlie spirituali di santa Filippa, suor Letizia Cesarini (nella foto). Insieme a un altro tratto, quello della gioia interiore. Non a caso, “gioia” era il significato del suo nome.
Spiegando la “perfetta letizia”, san Francesco d’Assisi diceva che essa non è il frutto dei nostri successi, ma un atto della nostra volontà, che riesce ostinatamente a proclamare nella vita il regno dell’amore di Dio. Anche rinunciando alla rabbia. Così era suor Letizia, anche nel pomeriggio in cui è partita per la casa del Padre alla ragguardevole età di 94 anni. Qualche mese fa abbiamo festeggiato il suo compleanno in terra, oggi festeggiamo il suo compleanno in Cielo.
Fino alla fine, la sua vita è stata impegnata tra la preghiera e il lavoro. In tanti hanno tovaglioli e tovaglie fatti a mano da lei. Non si è mai lamentata o arrabbiata, anche nei momenti più difficili. Anche portando la croce delle ultime settimane, vissute fuori dall’amato Monastero, nella casa di Santa Lucia a Rieti, temporaneamente trasformata in un ospedale da campo a causa del Covid-19. Si poteva raggiungere solo al telefono, e bisognava urlare un poco perché non sentiva più bene: ma era l’unico frutto evidente della sua vecchiaia. Ed era sempre lei a preoccuparsi per gli altri, a informarsi della loro salute. Pregava per tutti, anche all’ombra della croce.
Svolgeva il suo servizio presso la portineria del monastero di Borgo San Pietro. Salutava sempre per prima e ospitava quelli che venivano al convento con un sorriso sincero e con gentilezza offriva caffè o the. Ma la sua non è stata una vita facile. Era nata a Mareri, nello stesso angolo di Cicolano che ci ha regalato Filippa Mareri. E sulle tracce della santa suor Letizia si era messa molto giovane, appena ragazza. A quei tempi, per entrare in monastero occorreva una dote. Lei, proveniente da una famiglia povera, non l’aveva. Si unì dapprima a un altro ordine, ma poco dopo fu accolta nella comunità francescana delle Clarisse di Borgo San Pietro, dove in umile servizio ha vissuto tutta la sua vita.
La sua era una spiritualità semplice, pia, calma e orante. Di santa Filippa prendeva a modello la carità, l’amore per i poveri e per il prossimo, la preghiera e la determinazione nella penitenza. E poi l’aver lasciato tutto, l’essere stata ricca e l’aver scelto di farsi povera. Un programma di vita religiosa che suor Letizia ha realizzato fino in fondo.
Ci mancheranno il suo sorriso amichevole e le sue parole premurose! Il suo posto nella cappella del monastero e nella chiesa rimarrà vuoto, ma continuerà a pregare dal Cielo. Riposa in pace, suor Letizia! Che gli angeli ti conducano in paradiso.
Fonte: Frontiera