PRESENTATA AL PARLAMENTO EUROPEO INTERROGAZIONE PER LA SCHNEIDER ELECTRIC

Schneider Rieti

In data 10 dicembre 2012 è stata presentata al Parlamento Europeo un’interrogazione al Presidente della Commissione Europea Industria a firma: Roberta Angelilli, Amalia Sartori, David-Maria Sassoli, Alfredo Antoniozzi, Silvia Costa, Potito Salatto, Roberto  di Gualtieri, Marco Scurria, Francesco De Angelis, Alfredo Pallone, Guido Milana per Schneider Electric S.p.A. di Rieti per possibile violazione delle norme a tutela dei lavoratori e dei livelli occupazionali in caso di dismissioni. Riportiamo integralmente il testo dell’interrogazione parlamentare.

Nelle scorse settimane la società multinazionale francese Schneider Electric, che opera nella produzione di interruttori magnetotermici, ha annunciato la volontà di chiudere lo stabilimento di Rieti, licenziando ben181 lavoratori diretti e mettendo a rischio l’occupazione di tutti coloro che sono impegnati nell’indotto.

Già in passato lo stabilimento in questione era stato oggetto di una ristrutturazione che aveva portato alla riduzione del personale da 300 unità alle attuali 181, mentre in Italia il Gruppo conta circa 3.000 dipendenti distribuiti in 5 siti produttivi e 8 sedi commerciali (Rieti, Roma, Bastia Umbra, Firenze, Napoli, Pesaro, Castel Maggiore, Pieve di Cento, Cairo Montenotte, Pavia, Stezzano, Milano, Torino) oltre ad un Centro Logistico integrato a Venaria, su un totale nel mondo di circa 110.000 lavoratori.

Eppure, lo stabilimento di Rieti, che è presente da oltre 30 anni, è quello maggiormente automatizzato ed ha standard qualitativi di altissimo livello. Per questo rappresenta un polo fondamentale in termini economici,sociali ed occupazionali per tutto il territorio.
Nonostante la già dimostrata disponibilità delle organizzazioni sindacali e quella espressa dalle Autorità locali a sostenere la produzione e ricercare soluzioni alternative, dal momento che anche per il 2013 sono previsti volumi produttivi sostenuti, la Schneider Electric nei giorni scorsi è rimasta sulle proprie posizioni, confermando la volontà di chiudere il sito di Rieti con il conseguente licenziamento di tutti i dipendenti.

Tutto ciò porterà anche ad un ridimensionamento della realtà produttiva di tutta l’area di Rieti, già duramente colpita da altre dismissioni aziendali avvenute negli ultimi anni a causa dell’attuale congiuntura economica sfavorevole.

Tutto ciò premesso, si interroga la Commissione per sapere:

1) se la Schneider Electric ha rispettato le disposizioni della direttiva 98/59/CE in materia di licenziamenti collettivi ed in particolare l’art. 2;

2) se sono state rispettate le previsioni della direttiva 94/45/CE, modificata dalla direttiva 2009/38/CE, la direttiva 2002/14/CE relativa alla procedura d’informazione e di consultazione dei lavoratori, la direttiva 2001/23/CE sul mantenimento dei diritti dei lavoratori e la direttiva 2008/94/CE;

3) se la Schneider Electric ha rispettato le disposizioni della direttiva 2006/54/CE che vieta, tra le altre misure, le discriminazioni dirette e indirette tra uomini e donne per quanto riguarda le condizioni di licenziamento;

4) quali azioni possono essere intraprese a tutela e salvaguardia dei posti di lavoro oggi in pericolo;

5) qual è la strategia generale che intende adottare la Commissione nella prossima programmazione finanziaria 2014-2020 per fronteggiare tali situazioni.