Sono troppi anni che si discute del rilancio del Terminillo senza mai trovare una sintesi di rilancio, nel frattempo la stazione turistica muore. Per la stazione montana, a pochi chilometri da Roma capitale, si deve procedere al rilancio; le risorse, pari a 20 milioni di euro, ci sono, il progetto c’è e dunque è il tempo di procedere, ovviamente nel pieno rispetto del territorio.
Una stazione turistica ancora invidiata da moltissime persone, un territorio e scenari montani mozzafiato, potenzialità purtroppo inespresse che fanno da sfondo ad una crisi economica ed occupazionale senza precedenti. Si parta con il definitivo rilancio previsto dal TSM2 al fine di dare nuova vita al turismo terminillese, sia in estate che in inverno, con tutte le relative ricadute economiche ed occupazionali che la stazione può e deve produrre.
Rieti può essere la “toscana del Lazio” per vocazione naturale ma questo non basta, ci vogliono investimenti materiali e un cambio di visione culturale che ci consegnino una recettività turistica e strutture degne delle potenzialità del territorio, si pensi ad esempio all’albergo diffuso o altri tipici investimenti mirati ad un turismo sostenibile.
Dunque il futuro deve consegnarci investimenti mirati che ci consentano, in parte lo sviluppo invernale per lo sci da discesa, lo snow board e lo sci di fondo, ma in modo esponenziale e straordinario lo sviluppo estivo con il downhill, il parapendio, accesso a sentieri e luoghi straordinari per i portatori di handicap e con difficoltà di deambulazione, centri visita di bioarchitettura, rifugi in cui viene diffusa la cultura della montagna e la conoscenza della flora e della fauna.
Insomma l’investimento ci consegnerà un turismo in tutte le stagioni ma, in modo esponenziale, nel periodo estivo. Analisi fondamentale è poi inquadrare il Terminillo nel suo essere frazione, un agglomerato urbano, un paese a due passi da Rieti e non una zona isolata senza alcun riflesso recettivo come per altre località del centro Italia. Questo a riprova che il Terminillo è paese di villeggiatura e di residenzialità e non di un isolato mordi e fuggi.
Gli studi del settore ci dicono, infatti, che, in estate, il fatturato può essere almeno 5 volte maggiore grazie alle temperature, alla facilità di fruibilità della montagna e del suo ambiente, alle maggiori ore di luce. La rivista specializzata “skypass panorama turismo” fornisce dati chiari riferiti a medie nazionale che danno la dimensione delle ricadute economiche sulla frazione del Terminillo e non solo: il rapporto medio nazionale di quanto spende un turista per usufruire di un impianto di risalita e quanto lascia al territorio è di 1 a 10.
Cioè se un turista spende 40 euro per l’utilizzo degli impianti ne spenderà mediamente circa 400 euro in consumi di altro genere come bar, ristoranti, negozi ed alberghi ed altro ancora. La rivista specializzata va ancora oltre e ci fornisce un altro dato medio nazionale e cioè quanto produce in termini occupazionali un operatore assunto pressi la società che gestisce l’impianto. Ebbene un operatore presso un impianto a fune genera circa 53 nuovi occupati in altri settori della filiera turistica.
Analizzato dunque il Business Plann del TSM2, che prevede occupazione presso i nuovi impianti pari a circa 86 operatori, il progetto TSM2 consegnerebbe a Rieti circa 4.458 nuovi occupati.
Stefano Rinaldi CGIL Rieti Roma E.V.A., Paolo Bianchetti CISL Roma Capitale e Rieti, Alberto Paolucci UIL Rieti e Sabina Romana