Covid-19, Mancini (NSC): “Serve buon senso per tutelare i Carabinieri che operano sul territorio”

“Viviamo in un contesto storico critico, sofferente, con restrizioni lecite e legittime
imposte da un Decreto del presidente del Consiglio Dei Ministri. Si invitano tutti i cittadini a stare nelle proprie abitazioni, uscire solo per comprovate esigenze e necessità improrogabili, motivi di lavoro, salute, approvvigionamento beni di prima necessità. Bisogna tutelare noi stessi per tutelare gli altri, ovvero una comunità, un popolo.

Noi Carabinieri come tutte le altre Forze di Polizia, Forze Armate, medici, infermieri, operatori sanitari in genere, non possiamo esimerci dall’essere al servizio del cittadino. Lo facciamo per dovere, per vocazione, per amore verso il prossimo, quindi dobbiamo stare con le dovute attenzioni e cautele al servizio del cittadino in
contatto di prossimità.

Il datore di lavoro in base alla legge è il responsabile della sicurezza nei posti di lavoro, nel nostro caso, quale Arma dei Carabinieri ricade sul Comandante di Corpo tale responsabilità, inoltre il Superiore in base all’Art.7zs Lett. E . F. del TUROM (Testo Unico, regolamento, ordinamento militare) deve garantire le condizioni di vita e di benessere del personale e la sicurezza, nella fattispecie deve assicurare il rispetto delle norme di sicurezza e di prevenzione per salvaguardare l’integrità fisica dei dipendenti.

Arrivo al punto, noi carabinieri che operiamo su strada siamo carenti di dispositivi di protezione, mascherine, guanti, gel disinfettante, occhiali in plastica per la protezione oculare, abbiamo ricevuto come sindacato alcune offerte fatte da persone generose, dal Direttore della Takeda di Rieti, dal segretario provinciale UGL /UTL Rieti, l’ultima in ordine di tempo è stata fatta il 7 aprile da Marco Guadagnoli, già reduce da queste lodevoli iniziative di vicinanza. Lo stesso presidente dell’Associazione Volontariato Ambulanze Città di Rieti che ha donato al segretario provinciale Marco D’Ascenzi Marco 650 guanti, 160 mascherine, 40 flaconcini di gel disinfettante, con preghiera di farli recapitare ai carabinieri impegnati nella zona rossa nel Comune di
Contigliano.

Il segretario D’Ascenzi li ha donati a titolo personale al Comandante della
stazione competente per territorio, il Luogotenente Amedeo Vallese. Nota dolente in questo contesto dove muoiono persone, altre sono in terapia intensiva, molti sono positivi, sintomatici e asintomatici, alcuni comandanti d’Arma rifiutano i kit protettivi donati a titolo gratuito, affermando che già li hanno, ma purtroppo non sono mai sufficienti oppure interpretando male le disposizioni date dai vertici tassativamente rifiutano, casi minori sono accaduti anche nella Provincia di Rieti, poi risolti con non poche difficoltà effettuando varie chiamate ai comandanti ai vari livelli.

Caso grave è accaduto in Calabria, dove un comandante di Compagnia ha rifiutato un ingente quantitativo di mascherine da parte di un commerciante cinese, fatto denunciato dal Segretario Regionale Calabria NSC, episodio di una gravità assoluta che è stato portato all’attenzione dei vertici dell’Arma.

Tengo invece a segnalare il grande gesto del Maresciallo Aiutante, Augusto Bianchetti, Comandante del NOR Compagnia di Cittaducale che ha acquistato di tasca propria gel disinfettanti per mani e superfici, guanti, mascherine, visiere in plastica, rotoli di carta, un grande gesto di vicinanza e senso di responsabilità verso il personale dipendente.

Giova precisare che in un momento bisogna mettere da parte la burocrazia, le visioni arcaiche e da protocollo, in ballo cari comandanti ci sono le vite dei vostri collaboratori, come ha ben spiegato il Segretario Generale, Massimiliano Zetti, le donazioni vanno accettate seguendo una semplice ma pur lunga procedura, ovvero compilare un modulo e dopo i dovuti accertamenti effettuati dall’Arma per constatare se lo stesso soggetto che dona possiede i requisiti minimi per legge. Altrimenti le note operative dettate dal pacchetto d’ordine 13, prevedono che i regali fatti a carattere privato dal collega oppure dal sindacalista si possono accettare e utilizzare e non c’è da effettuare nessuna procedura. Si possono indossare dispositivi di protezioni reperiti in proprio, basta che non abbiamo scritte pubblicitarie, tranne il logo della ditta che le produce.

C’è tanto da migliorare, ma serve buon senso! Meno forma e più sostanza a favore della sicurezza e del benessere del personale.”

Gianluca Mancini – Segretario regionale del Lazio Nuovo Sindacato Carabinieri (nella foto)