Con il decreto di riordino delle province varato dal governo Monti, si è generato nel territorio reatino sicuramente una grande confusione, gli amministratori locali sembrano spiazzati, ognuno propone soluzioni per il proprio comune, si pensa al referendum popolare per andare in altre regioni, quali Marche, Abbruzzo e Umbria, nascono comitati e iniziative a difesa della provincia di Rieti, i vari esponenti locali di partiti politici criticano il Governo nazionale, auspicano una battaglia parlamentare al fine di modificare il testo del decreto legge.
E’ vero anche a nostro avviso il Governo nazionale non ha fatto una buona proposta, si poteva fare di più e meglio, sicuramente stona questo accorpamento forzato Rieti-Viterbo, è vero tra i due capoluoghi non vi sono legami storici e culturali, i territori sono fin troppo distanti. Ma il punto secondo noi non è solo questo, non si può parlare solo dell’ente Provincia.
Gli amministratori locali specie nel reatino si devono interrogare in merito ad una riforma complessiva della pubblica amministrazione, pensiamo soprattutto ai comuni sotto ai mille abitanti, agli esigui bilanci e ai servizi spesso ridotti al necessario per le comunità amministrate, comuni che non possono offrire nulla se non la bellezza naturale del proprio territorio. Siamo d’accordo con chi propone di percorrere nuove soluzioni già consentite dalla legge, al fine di non far nascere solo le Unioni di comuni, lo Stato incentiva le fusioni tra i Comuni, e questo territorio ha fortemente necessità di risorse economiche, di rilancio di iniziative turistiche, in questo territorio specie in Sabina si discute da anni di energie rinnovabili, iniziative di parchi eolici, tutto per portare risorse in più nei bilanci comunali, a scapito della bellezza paesaggistica e naturale della Sabina.
Quindi a nostro avviso l’occasione di riordino della Provincia di Rieti, pone gli amministratori locali a valutare l’opportunità di un sistema di enti locali più moderni ed efficenti, dunque non solo Unione dei Comuni, ma addirittura fusione, trovando la giusta salvaguardia dei Municipi, rilanciando la storia la cultura e le tradizioni delle comunità.
Fondere i comuni conviene agli amministratori e ai cittadini, ci sono enormi vantaggi e finanziamenti, lo Stato e la Regione incentivano le fusioni di Comuni con finanziamenti strordinari per un periodo fino a quindici anni, i bandi per le progettazioni e i lavori pubblici avranno più attenzione, ci sarà la possibilità di erogare i servizi essenziali ai cittadini migliori e con una programmazione maggiore di risorse. Per i primi anni di vita del nuovo Comune nato dalla fusione di più Enti locali, non sono previsti vincoli del patto di stabilità, permettendo allo stesso Comune di far circolare più soldi nell’economia locale.
Secondo noi ci sono validissime ragioni, per convincere gli Amministratori locali a ragionare di questa opportunità, in un momento storico così difficile che vede costrette le amministrazioni locali, a continue riduzioni di finanziamento da parte dello Stato, crediamo sia il momento di lanciare la sfida anche in Sabina e in tutta la Provincia Reatina, per la costruzione di una nuova organizzazione degli Enti locali. Conviene a tutti una razionalizzazione degli Enti, i piccoli Comuni sotto ai mille abitanti presenti nel nostro territorio hanno una concreta possibilità di rilancio soprattutto da questa opportunità. Ci vuole sicuramente coraggio e generosità della classe dirigente locale, se si vogliono raggiungere benefici effettivi per i cittadini che risiedono in questo territorio.