Promossa dalla Cisl di Rieti, si è svolta presso il Park Hotel di villa Potenziani una tavola rotonda su lavoro e famiglia.
Presenti, oltre al segretario generale del sindacato di viale Fassini Bruno Pescetelli, Andrea Ferroni presidente dell’Asi, Vincenzo Regnini presidente della Camera di Commercio, Gianfranco Castelli presidente dell’Associazione industriali, Carmine Rinadi presidente di Federlazio, Nazareno Figorilli presidente del Movimento cristiano lavoratori, Antonio Perelli assessore alle attività produttive e rapporti con le società partecipate del Comune di Rieti e Gianfranco Felici assessore alle attività produttive Provincia di Rieti.
Nella relazione introduttiva, il segretario generale della Cisl di Rieti Bruno Pescetelli ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa tesa ad intraprendere con tutte le forze del mondo istituzionale, politico ed imprenditoriale della città un percorso condiviso e unitario per uscire da una crisi economica che nel territorio provinciale ha toccato livelli di massimo allarme e che, nonostante arrivino da più parti segnali di ripresa, potrebbe continuare con una coda per tutto il 2010.
“Voglio ricordare, parlando del nostro territorio – ha esordito Pescetelli- che la proposta della Cisl sulla richiesta dello stato di crisi del reatino, inizialmente recepita attraverso l’adozione del progetto Rieti-2015, ha avuto l’amaro sapore dell’ennesima beffa, né Rieti ha beneficiato dell’inserimento nel novero delle aree depresse che avrebbe previsto una defiscalizzazione per le imprese.
E così –continua il segretario- negli ultimi due anni abbiamo assistito ad uno sfaldamento del comparto industriale con la fuoriuscita di oltre 1000 posti di lavoro, lo stato di crisi per 26 aziende del Nucleo industriale con il problema interminabile sulla vertenza Ritel.
Aumento esponenziale dei diversi ammortizzatori sociali e di altri strumenti di aiuto al reddito, con gli Lsu che nella nostra provincia sono ancora in attesa della loro definitiva stabilizzazione. E che dire delle sacche locali di povertà e di incapienza? Soltanto la Caritas ogni giorno assiste oltre 5 mila persone: dato che fa del reatino il territorio più povero del Lazio”.
“La ripresa vera e propria –ha spiegato Pescetelli- è ancora frenata dall’aumento della disoccupazione, dalla reale disponibilità del credito e dal livello dell’indebitamento pubblico. Il segale positivo della modesta crescita è comunque importante: proprio per questo oggi arginare la crisi non è più sufficiente.
Abbiamo bisogno di interventi più decisi a favorire la crescita sostenendo gli interventi infrastrutturali e stimolando i consumi attraverso una riduzione graduale ma strutturale delle tasse per i lavoratori, i pensionati e anche per le imprese che investono in innovazione e ricerca, mentre serve un preciso impegno per lo sviluppo del mezzogiorno. Il nostro paese, la nostra provincia – ha continuato Pescetelli- dovrà arrivare all’appuntamento con la ripresa economica profondamente mutato e ognuno fin da subito deve fare la propria parte a cominciare da Regione, Provincia e Comune”.
Sei sono i punti su cui intervenire:
1) Ridurre l’imposta sul reddito delle persone fisiche per incrementare saliri e pensioni e rilanciare i consumi.
2) Sostenere la famiglia intanto con il nuovo assegno familiare da prevedere anche per gli incapienti.
3) Rendere strutturale o comunque migliorare la detassazione dei premi erogati tramite contratti collettivi aziendali o territoriali cercando di ampliarli a tutti i settore del mondo del lavoro.
4) Alleviare il peso del fisco sulle imprese più meritevoli che investono e che non riducono la base occupazionale.
5) Attuare un incisiva lotta all’evasione fiscale ripristinando la tracciabilità dei pagamenti.
6) Spostare il peso del fisco sui patrimoni e sulle rendite finanziarie.
I sei punti espressi dal segretario generale della Cisl di Rieti e più in generale, l’impostazione data per far risalire la china dalla crisi che ha investito in maniera così pesante il nostro territorio, sono stati largamente condivisi dai rappresentanti delle Istituzioni locali presenti. I vari interventi che sono seguiti infatti, hanno ricordato l’importanza dell’attivazione di un percorso comune.
La necessità di non disperdere le forze concentrandosi su alcuni specifici obbiettivi da perseguire per lo sviluppo del nostro territorio. Inevitabili i riferimenti ai collegamenti: Salaria, Rieti-Torano, Rieti-Terni.
Ma anche allo sviluppo del Terminillo, del turismo religioso, alla grande opportunità data dalle aree ex industriali. Un capitolo a parte è stato dedicato al Polo della logistica di Passo corese. Anche in questo caso il pensiero comune è stato quello di focalizzare l’attenzione sulla finalità ultima a cui è demandato il progetto: Vale a dire nuovi posti di lavoro.
E questo, anche per rispondere a chi vorrebbe bloccare il progetto per un non meglio precisato impatto ambientale sulle aree in questione.