"Il tracollo della sanità sabina parte da molto lontano. L’inizio di questa fine può essere riportato all’epoca della candidatura alle provinciali di Fabio Melilli e alle errate politiche regionali di Marrazzo e Montino.
Oggi, in più, paghiamo un vuoto istituzionale e l’assenza politico amministrativa della giunta Petrangeli". Con queste parole Domenico Mareri, ex consigliere comunale di Rieti e candidato sindaco alle ultime elezioni per il movimento Nati per Rieti, interviene nel dibattito sui problemi che affliggono il sistema sanitario reatino.
"Anche alla luce del consiglio comunale straordinario di ieri – spiega Mareri – è opportuno fare chiarezza e ricordare i passaggi che, nel corso degli anni, ci hanno portato alla situazione attuale. Quando Melilli si candidò, si parlò del salvataggio dell’ospedale di Amatrice. Si trattò di una mossa elettorale che non gettò le basi per il futuro e i risultati sono fin troppo chiari oggi".
L’analisi di Mareri si estende anche agli errori e alle scelte che sono state fatte e che si continuano a fare, con costi elevati per i contribuenti reatini. "Sono state restaurate le sale operatorie e le strutture del Marini e del Grifoni – aggiunge Mareri – eppure questi ospedali sono stati chiusi. Si continua a spendere per la ristrutturazione di alcuni reparti dell’ospedale di Rieti, ma ciò viene fatto senza un progetto scientifico che dia senso alle spese. In questo quadro deprimente, si continuano ad esternalizzare servizi senza logica. Mi domando come sia possibile che un direttore generale della Asl, in quella che potrebbe essere l’ultima fase della sua esperienza, organizzi un bando da 1,2 milioni di euro per la manutenzione del verde pubblico della sede. Cose che possono accadere solo laddove c’è una latitanza politica, con il presidente della Provincia Fabio Melilli che abbandona la nave lasciando un bilancio ancora aperto e una giunta comunale come quella del neo sindaco Simone Petrangeli che è assente da un punto di vista politico e amministrativo. In questo modo, il futuro della sanità reatina non può che essere nero".