Saranno circa 800 le imprese reatine che si confronteranno a breve con il passaggio generazionale d’impresa e 550 di queste rischiano la chiusura se non riusciranno a gestire al meglio questa fase, mentre al contrario, attrezzarsi per tempo significa agganciarsi con nuove energie, innovatività e progettualità alla ripresa economica dopo questo difficile periodo di crisi.
E’ quanto emerso oggi presso
“Il passaggio generazionale è una tappa prima o poi obbligatoria per ogni impresa che si pone al centro dell’interesse scientifico e politico per il sostegno della competitività del sistema economico”, ha spiegato il direttore della Federlazio di Rieti, Carmine Rinaldi. “Si tratta di un fenomeno che se non ben gestito può causare la perdita di tantissimi posti di lavoro e la dispersione di un importante patrimonio di conoscenze, quelle dell’imprenditore senior, mentre invece è un’occasione di rilancio imprenditoriale in nome dell’innovatività se il passaggio avviene in favore di imprenditori junior, siano essi discendenti del primo o manager esterni alla famiglia. Si pensi a questo proposito che il tasso di mortalità imprenditoriale è pari al 75% nel passaggio tra la prima e la seconda generazione, per arrivare anche al 90% tra la seconda e la terza”.
“L’azienda è un soggetto che ha una propria vita e l’imprenditore non è il padrone dell’azienda ma colui che deve aiutare a far crescere l’impresa come un soggetto autonomo e per questo ci vuole una formazione adeguata, si tratta di un passaggio delicato che non si può improvvisare”, ha spiegato il presidente della Federlazio di Rieti, Carmine Rinaldi. “E qui chiamiamo a raccolta anche il mondo del credito – ha aggiunto – che deve essere un valido alleato di questo passaggio”.
“Quando si parla di finanziamenti – ha proseguito – spesso infatti le banche si limitano ad assistere l’imprenditore negli investimenti materiali, e quindi in immobili e macchinari, ma è una visione che deve essere ampliata per consentire agli imprenditori di compiere anche quegli investimenti immateriali, così importanti per un rilancio aziendale basato sull’innovazione, intesa come ricerca e sviluppo e trasferimento tecnologico”.
Il presidente del gruppo Giovani Imprenditori Federlazio, Giovanni Plocco, ha centrato il suo intervento sul concetto dell’uomo all’interno della famiglia e dell’azienda. “Oltre ad ereditare un bene che è l’azienda – ha detto – noi ereditiamo anche delle responsabilità”. Plocco ha spiegato che il passaggio generazionale e l’inserimento dei giovani in azienda è in buona parte un “processo psicologico” che deve essere adeguatamente accompagnato.
A tracciare un panorama delle criticità del passaggio generazionale in provincia di Rieti il responsabile della VIII Divisione Pmi e Artigianato del Ministero dello Sviluppo Economico, Giuseppe Capuano. “A Rieti l’indice di vecchiaia è pari a 185,8 contro il
Un divario tra l’andamento della provincia di Rieti ed il dato nazionale che tenderà ad aumentare nei prossimi anni e che investirà seriamente anche le imprese, soprattutto di piccole dimensioni e questa è una criticità che rinnova l’allarme per la perdita del patrimonio imprenditoriale e di conoscenza”.
Capuano ha a questo proposito illustrato che “da una ricerca nazionale compiuta su 1700 imprese, risulta che il 41% di queste ha chiuso per motivi riconducibili alla mancanza di successori ed il 90% di queste sono microimprese, moltissime nella fascia da
A concludere i lavori, dopo l’intervento del prefetto di Rieti, Silvana Riccio, e del sindaco del capoluogo, Giuseppe Emili, il presidente della Camera di Commercio di Rieti, Vincenzo Regnini. “Uscire dalla crisi non significa solo registrare piccoli scostamenti delle variabili economiche ma mettersi davvero in gioco ripensando l’intero sistema, perché nulla sarà più come prima. – ha detto – Bisogna innovare l’intera rete delle relazioni tra imprese e tra imprese ed il mondo del credito.
Quest’ultimo fattore, lo ricordiamo, risulta tra le principali leve di sviluppo ma anche, se non adeguato alle nuove esigenze del sistema economico, tra i principali fattori di freno alla ripresa economica”.