Già prima della frana che ha bloccato per molti giorni la SS.Salaria nelle vicinanze del cantiere della Safab Spa (impresa assegnataria dei lavori nei pressi dell’abbazia dei SS. Quirico e Giulitta di Micigliano – Rieti e nella messa in sicurezza (!) della Salaria secondo Anas) avevamo nuovamente sollecitato, con un dettagliato esposto, corredato di foto e filmati, del 9 novembre scorso e inviato a: Procura di Rieti, Prefettura, Guardia Forestale, Arpa ed Ardis, il controllo e la liceità del progetto e dei lavori in corso d’opera e l’intervento per bloccare lo smembramento delle aree, ricadenti nelle Gole del Velino che si affacciano sull’Abbazia di Micigliano; aree sulle quali si sta alacremente lavorando, senza rispetto del paesaggio, dell’ambiente, del patrimonio storico – monumentale e dei vincoli del territorio, nel tentativo di far nascere un inutile megasvincolo dal costo di 50 milioni di euro.
A questo punto, poiché i lavori procedono “quasi di fretta”, causando il degrado dell’abbazia e il dissesto idrogeologico del territorio (dov’è la zona di rispetto fluviale?
Chi ha potuto dare, se esiste, l’autorizzazione paesaggistica?), mentre sembrerebbe che le autorità procedano a “passo d’uomo” e che coloro ai quali è affidata la tutela indiretta di questi beni e territori, secondo quanto ci viene segnalato da più fonti (pubbliche e private) abbiano omesso gli atti dovuti alla tutela dei beni soggetti a procedura di vincolo indiretto, (nello specifico si tratta dell’abbazia e dei territori circostanti segnalati da Italia Nostra nella richiesta di applicazione di quanto in merito previsto dal codice Urbani).
Italia Nostra comunica che: essendo stato avviato fin da aprile scorso dal Ministero Beni Architettonici e Culturali, e dalla Soprintendenza competente, il procedimento per la tutela indiretta dell’abbazia e del territorio limitrofo, l’Associazione, in attesa di altri interventi si vede costretta a chiedere pubblicamente alle autorità, in via preventiva, il sequestro del cantiere e a procedere secondo quanto previsto dalle leggi nei confronti di tutti gli eventuali concorrenti nelle responsabilità connesse all’evasione del vincolo di tutela indiretta e nei confronti di tutti coloro che in questa zona hanno perpetrato gli evidenti danni inestimabili al nostro patrimonio storico, monumentale e paesaggistico.