Lettera di un terremotato di Accumoli: “Le nostre vicende sono cadute nell’oblio”

“Sono Francesco di Accumoli, vivo insieme a mia moglie nel villaggio del capoluogo in una casetta di 40 mq. Dal mese di giugno sono in terapia per curare una patologia causata dall’abbassamento delle difese immunitarie, fenomeno dovuto allo stress traumatico del terremoto e della situazione post-terremoto.

Non sono l’unico. Parlando con alcune persone di Amatrice ho scoperto che anche altri si sono ammalati con patologie diverse, ma sempre prodotte dalla stessa causa.

Mentre a Roma si chiacchiera e si litiga nei paesi terremotati le persone si ammalano. Oltre alla perdita di ogni cosa, adesso siamo costretti a mettere in gioco anche la salute e quindi la vita. Così ci condannano ad una lenta agonia. Non vediamo un futuro possibile.

Intorno tutto tace. Ormai le nostre vicende sono cadute nell’oblio. Noi non esistiamo. Sono trascorsi più di tre anni: il tempo perduto. La nostra capacità di resistenza sta diminuendo. Ci vogliono costringere ad andarcene. Tanto a che servono i piccoli paesi di montagna?

La cialtroneria e l’ignoranza sono ormai una marea montante che si esprime con netta evidenza nella rozzezza dei partiti politici. Hanno speso 30-40 miliardi per comprare gli F35 da combattimento. A chi vogliono fare la guerra? Addio ricostruzione.

A noi non rimane altro che fondare un grande movimento politico, non partitico, su base federale per dare battaglia alla mala politica di Roma e realizzare l’autonomia di governo dei territori montani.”

Francesco