ESTATE 2012, IL MESSAGGIO DEL VESCOVO DI RIETI AI TURISTI

Vescovo di Rieti

Torna la bella stagione e il desiderio di riposo e di “felicità”. I nostri centri della periferia della Diocesi si ripopoleranno di persone da anni emigrate in altri luoghi, ma rimaste sempre legate alla loro terra di origine. Con grande affetto saluto quanti tornano nella nostra terra e manifesto tutta la mia vicinanza a coloro che resteranno qui in Città e in Diocesi e non potranno godere delle vacanze, anche per mancanza di opportunità e di denaro.

Siamo nell’Anno che la nostra Chiesa ha dedicato all’Eucaristia e nutro il vivo desiderio che nelle nostre comunità si favoriscano occasioni di adorazione, semplice o solenne, del Santissimo Sacramento, catechesi, incontri di ascolto della Parola e di formazione, si coinvolgano i giovani con iniziative di svago e di spiritualità, anche in occasione delle numerose festività popolari che daranno vita ai nostri centri.

Siamo anche nel decennio dell’educazione che la Chiesa italiana promuove, proprio per stimolare una maggiore attenzione verso i nostri giovani, e dunque auspico che gli adulti si facciano promotori di attività formative proprio per sostenerli nella crescita e nella fede. Essi sono la ricchezza della Chiesa e della Società e possono veramente essere protagonisti nel futuro se cresceranno in famiglie e comunità unite e sane, in cui il dialogo sia la prima e principale soluzione ad eventuali conflitti tra i coniugi e tra genitori e figli.

L’attenzione ai giovani e alle famiglie deve essere il primo impegno delle parrocchie, senza lasciare nulla di intentato; ogni attività, tuttavia, deve trovare la sua origine e il suo compimento nella preghiera, nell’adorazione e nella riflessione.  Invito tutti gli ospiti, i villeggianti e i residenti ad apprezzare la nostra natura e a scoprire nei nostri centri ricchi di storia e di tradizioni le orme inconfondibili di un cristianesimo vissuto e radicato, che non è solo un fatto del passato, ma che è la vera anima di ciò che noi siamo e di ciò che possiamo essere in avvenire.

In questo delicato momento della crisi economica che tocca tante famiglie e tanti giovani è necessario un supplemento di volontà e di impegno per alleviare le tante povertà e i disagi che emergono, prima che sia troppo tardi. La Chiesa deve essere il luogo dell’accoglienza e della vicinanza, soprattutto quando le difficoltà aumentano e sembrano addirittura insormontabili.

Un augurio speciale sento di rivolgerlo ai nostri anziani, a quelli che vivono soli o che sono accuditi nelle case-famiglia o nelle case di riposo: ad essi non manchi la mia speciale benedizione e per essi nessuno faccia a meno di una parola di conforto e di un gesto di riconoscenza e affetto.

Ogni giorno nella celebrazione della Messa e nella recita del Breviario porto con me, davanti al Signore, tutte queste necessità e sento che possiamo fare molto per dare un po’ di sollievo a chi è nel bisogno. Il riposo estivo sia per tutti e per ciascuno occasione favorevole per cercare il Signore e per compiere opere di bene.