“TESOROBUS, una manciata di racconti e non solo” è il nuovo lavoro della scrittrice Chiara Del Soldato, che questa volta, però, cambia pubblico, in quanto si rivolge ai bambini. Si tratta di 14 racconti, che parlano del mondo dell’infanzia ed hanno come obiettivo l’educazione ai sentimenti e alla cittadinanza.
Come nasce questo libro, così diverso dagli altri?
Sembra diverso. In realtà rientra nell’attenzione al mondo della famiglia che è protagonista di tutti i miei romanzi. Anche nell’ultimo Il figlio di troppo c’è un bambino che ha un ruolo molto importante nella storia; si tratta del figlio grande della coppia, che osserva la crisi familiare e cerca a suo modo di arginarla. È anche presente un storiella sulla gestazione e la nascita, che ho scritto con grande divertimento.
Quindi questo libro era già in incubazione! Cosa l’ha convinta a lavorarci e a pubblicarlo?
Si tratta di racconti che ho scritto nel tempo, quando una storia mi si presentava alla mente e si faceva scrivere con urgenza. Da qualche mese, poi, ho un nipotino e presto ne avrò un altro. Entrambi abitano lontani. Dal momento che non potrò raccontare loro delle storie, ho pensato di fare così…
Il libro ha un’impaginazione molto allettante…
Infatti l’impaginazione è il valore aggiunto di questo libro. Si tratta di un esperimento basato sui più recenti studi di stimolazione intellettiva. La pagina si presenta non piatta e quindi monotona per il bambino, ma movimentata da righe in sovrimpressione. Anche il bambino più svogliato potrà trovare divertente la lettura. Fra l’altro le storie sono simpatiche, pur affrontando temi importanti come la discriminazione, il bullismo, l’attenzione agli anziani, l’importanza della condivisione di valori civici.
Quindi quale bambino potrà godere della lettura di queste storie?
Il libro può essere un valido libro di lettura per le classi quarte e quinte delle elementari, ma anche bambini più piccoli possono seguire facilmente le storie, se lette con un adulto.
Sarebbe interessata ad un riscontro con i piccoli lettori?
Certamente. Se il libro verrà fatto leggere nelle scuole, incontrerò molto volentieri i bambini per ascoltare le loro osservazioni.