«Finalmente, era ora. Aspettavamo da circa un anno e mezzo». È il commento, rilasciato al Sir, del vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, dopo che il Commissario straordinario Piero Farabollini ha emanato l’ordinanza per far partire i lavori in 600 delle 3.000 chiese danneggiate dal sisma del 2016 in Centro Italia.
Fondi stanziati e procedure semplificate
L’ordinanza stanzia 275 milioni di euro e prevede procedure semplificate per interventi al di sotto della soglia dei 600mila euro di lavori. Le diocesi potranno assumere il ruolo di soggetto attuatore e gli interventi saranno di fatto equiparati alla ricostruzione privata. «Il premier Conte, dopo la riunione ai primi di giugno in Cei con i vescovi delle diocesi terremotate, aveva assicurato, resosi conto dell’obiettivo ritardo, della necessità di un’ordinanza sollecita che desse il sapore di un cambio di passo, sempre auspicato a parole ma lontano dall’essere poi realizzato. Si tratta, quindi, di una scelta importante se si verificherà quello che era stato promesso: la definizione di regole trasparenti e snelle legate a doppio filo a una normativa che faccia premio sulla velocità, senza la quale il recupero di migliaia di chiese sarà un sogno, e la possibilità per le diocesi di fare da soggetto attuatore. L’ordinanza, in questo senso, pare andare nella direzione giusta».
Nuove forze per portare avanti il lavoro
Da parte della diocesi di Rieti, afferma mons. Pompili, «c’è tutta l’intenzione di assumersi l’onere di fare da soggetto attuatore in tutte le nostre chiese – per ora 85 su una totalità di 200 chiese distrutte e inagibili – potenziando ulteriormente l’ufficio per i beni culturali con professionalità e competenze plurime, così da portare avanti un numero elevato di progetti».
FONTE: andareoltre.org