“La tradizione delle ciaramelle di Amatrice è un vero monumento culturale: non è espressione folclorica, ma alta espressione artistica e culturale, che sopravvive e si tramanda da almeno 2000 anni”: parole di Febo Guizzi, l’etnomusicologo dell’Università di Torino massimo esperto del settore scomparso prematuramente nel 2015, che aiutano a capire il valore della quarta edizione del Festival delle Ciaramelle, in calendario dal 9 all’11 agosto tra Cittareale, Amatrice e Accumoli, sotto la direzione artistica del professor Giancarlo Palombini, col sostegno di Fondazione Livorno e Fondazione Varrone di Rieti e il patrocinio dei tre Comuni ora accomunati anche dal terremoto.
“Siamo molto preoccupati della lentezza della ricostruzione, temiamo che la gente abbandoni quei borghi e quelle montagne – ha detto il presidente della Fondazione Varrone Antonio D’Onofrio – Ed è per cercare di non far spezzare il legame tra la popolazione e quei territori che abbiamo pensato di investire sul recupero e la salvaguardia del patrimonio culturale di quei paesi, e le ciaramelle amatriciane lo sono”.
“Livorno è città portuale e perciò aperta e solidale – ha detto il presidente della Fondazione Riccardo Vitti – per questo abbiamo voluto sostenere le comunità reatine colpite dal sisma con una iniziativa che privilegiasse l’aspetto sociale. Il festival delle Ciaramelle ci è sembrato che cogliesse in pieno la nostra filosofia di intervento ed è un piacere vedere l’interesse che c’è verso questa iniziativa”.
Il sindaco di Amatrice Antonio Fontanella, nel sottolineare l’importanza delle ciaramelle nella tradizione culturale amatriciana e nel ringraziare per la considerazione che le due Fondazioni hanno riservato ad Amatrice, ha richiamato l’attenzione sulle lungaggini amministrative della ricostruzione e chiesto uno sforzo supplementare a favore delle imprese, tipo un fondo di garanzia che rendesse più agevole la fruizione dei finanziamenti regionali.
Francesco Nelli, sindaco di Cittareale, ha parlato invece del sostegno che tanto la Toscana quanto la Fondazione Varrone hanno dato costantemente in questi tre anni ai comuni del cratere: “Questo non è un intervento spot: c’è un filo logico che mira a preservare tradizioni come le ciaramelle o il canto a braccio che sono il retaggio culturale più antico della nostra gente. Positivo anche il fatto di ritrovarci qui insieme, i tre comuni più colpiti dal terremoto, superando i campanilismi: da soli si va più veloci, ma insieme si va più lontano”.
Per conto della sindaco di Accumoli Franca D’Angeli c’era Fabrizia Festuccia, che ha sottolineato la vicinanza costante della Fondazione al territorio e rimarcato l’importanza di iniziative come il festival per riportare l’attenzione su un’area che non è solo sinonimo di terremoto ma anche di ricchezza culturale e di bellezza ambientale.
“Il nostro festival nasce dalla necessità di preservare le ciaramelle amatriciane e far crescere i giovani suonatori delle nostre terre, innanzitutto col confronto con ciaramellari di altre zone d’Italia – ha spiegato Palombini – l’anno scorso grazie all’instancabile Mario Sanna e alla sua associazione furono nostri ospiti quelli sardi, quest’anno lo saranno i ciaramellari siciliani di Porticello. Interessante sarà ascoltarli e ascoltare il seminario del professor Sergio Bonanzinga”.
Altra chicca del festival, l’esposizione e l’ascolto della sordellina, una particolare zampogna di corte del ‘500 e ‘600: ad Amatrice sarà possibile ammirare e ascoltare la sordellina di Sattala del ‘600, ricostruita da Marco Tomassi, e le sordelline rinascimentali e barocche di Goffredo Degli Esposti. Molta attesa anche per l’esibizione, la sera del 10 ad Amatrice, di Raffaello Simeoni, ormai un nome affermatissimo nella musica popolare italiana, e, il pomeriggio dell’11 ad Accumoli, del concerto di Officine meridionali e Giuliano Gabriele.
Non mancheranno gli stage, di saltarello, tamburello e canto sabino. E per i giovani ciaramellari, oltre ad un palcoscenico naturale di tre giorni di esibizioni là dove le ciaramelle sono nate e si sono tramandate, c’è il Premio Filippo Sanna, in ricordo del giovane studente e musicista amatriciano rimasto vittima del