L’atteso pronunciamento del Tar del Lazio, in merito al ricorso presentato per chiedere l’annullamento delle prove concorsuali avvenuto in data 2/07/2019 ha di fatto annullato le procedure del concorso per Dirigenti Scolastici.
La giusta preoccupazione di coloro i quali hanno superato le prove, sono circa 30 nella nostra provincia, unita alla delusione ed all’amarezza si unisce a quella del sindacato che ha seguito nell’arco di un anno la formazione dei docenti che hanno superato brillantemente ben tre prove selettive.
Ma la preoccupazione va oltre in quanto, se la sentenza dovesse trovare conferma anche negli altri gradi di giudizio, questa rischierà di creare una situazione esplosiva con migliaia di scuole prive di Dirigente dal 1 settembre 2019. “Nella provincia di Rieti su 29 istituzioni scolastiche circa la metà saranno affidate ad un Dirigente Scolastico reggente, se la situazione non sarà sanata con un intervento del Ministro della Pubblica Istruzione” ha dichiarato il Segretario Provinciale Snals-Confsal Luciano Isceri.
Spiega lo SNALS: “il Concorso da Dirigenti era stato bandito nel 2017 per reclutare circa 2900 Dirigenti Scolastici. Le domande di partecipazione presentate sono state 35.044; 8.736 sono stati i candidati che hanno superato la prova preselettiva e ammessi alla prova scritta; gli ammessi alla prova orale sono stati 3.795.
Proprio sulla prova scritta si sono concentrati i Giudici del Tar sulla base di ricorsi presentati dai candidati non ammessi alle prove orali per presunte irregolarità”.
“Il Tar ha accolto la motivazione dei ricorrenti – prosegue il Segretario Provinciale Snals-Confsal – in particolare quella che contesta la presenza nella commissione principale di alcuni componenti in condizione di incompatibilità che avrebbero deliberato sui criteri di valutazione utilizzati per la correzione delle prove scritte e per l’attribuzione delle valutazioni. I Giudici hanno riconosciuto la fondatezza del ricorso e hanno disposto l’annullamento di tutta la procedura concorsuale salvando solamente le prove preselettive. La presunta incompatibilità di alcuni commissari avrebbe inficiato la validità dell’operato di tutte le commissioni”.
In sostanza se questa grave “leggerezza” dovesse essere confermata, con l’accertamento responsabilità, non si esclude che coloro i quali attendevano l’ambita nomina a DS possano esercitare azione risarcitoria nei confronti del MIUR che non si limiterebbe alle sole spese sostenute per il percorso concorsuale (compresa la trasferta in regioni lontane per la prova orale) ma anche, eventualmente, anche per il danno biologico derivante dallo stress.
Conclude Isceri sottolineando che “lo Snals ha già inviato una richiesta di incontro al Ministro per i chiarimenti del caso e per conoscere le immediate azioni che il MIUR intende porre in essere per tutelare sia i docenti che hanno già superato anche la prova orale e sia gli esclusi per motivi di illegittimità della prova”.
La considerazione finale è che se il MIUR non riesce a gestire un concorso per la scuola senza incorrere in incidenti giudiziari qualche problema di fondo deve pur esserci e la colpa certo non può ricadere su chi presenta i ricorsi al TAR o di chi li subisce.