ADDIO ALLA POLTRONA, LA LUNGA LISTA DEI “TROMBATI”

Aula consiliare Rieti

Mi si noterà più ora che non ci sono o mi si notava più prima che c’ero? Parafrasando Nanni Moretti, nel centrodestra reatino sono e saranno in molti a rimuginare su questa domanda.

L’imbarcata epocale presa alle comunali da chi ha governato per quasi un ventennio lascia una scia interminabile di non eletti o, per usare un termine poco ortodosso ma tanto di moda, di “trombati”. Spariscono letteralmente dallo scenario politico cittadino personaggi ai quali il reatino medio s’era talmente abituato come s’era abituato a vedere la fontana in piazza o i baristi dello storico caffè “Gengarelli”. L’elenco? Lungo come la lista della spesa per il pranzo di Natale. Talmente lungo che è difficile anche trovare il verso giusto per cominciare.
Partiamo dalla giunta, bocciata senza appello: l’Emili bis aveva portato globalmente in 5 anni 14 assessori, tra dimissionari e subentrati. Tre non si sono ripresentati alle elezioni, ovvero Leoncini, Formichetti e Costini. Visto come sono andate le cose, forse è stato meglio per loro. Sicuramente hanno evitato l’onta della mancata rielezione toccata a 4 dei loro ex colleghi. Daniele Fabbro è il primo dei non eletti nella lista del Pdl: 317 voti non gli sono bastati a tornare in consiglio comunale e quello che doveva essere “l’enfant prodige” della politica reatina si ritrova oggi a spasso, a pagare a carissimo prezzo soprattutto l’allegra e contestabile gestione della ztl, ma anche del verde pubblico e dell’arredo urbano (vedi viale Matteucci e viale Maraini).
Crollo verticale per l’ex assessore all’ambiente Antonio Boncompagni, perso con la miseria di 89 voti nella lista Incontro Democratico schierata a supporto di Gherardi che, complessivamente, ha racimolato l’1,96% dei consensi. Esce dalla porta del Comune l’ex sindaco Ettore Saletti, che per Emili ha gestito le Politiche sociali e assistenziali: per molti quello doveva essere un bacino infinito di voti. Per Saletti s’è tradotto in 196 preferenze, acuto isolato nella lista dei repubblicani che supportava Perelli e che ha racimolato complessivamente poco più di 500 voti pari all’1,85% del totale.
Lascia la sua poltrona comunale anche Enrico Tittoni, ex gestore delle Opere pubbliche ed infrastrutture che, come Fabbro, ha fatto flop nella lista del Pdl: 275 preferenze personali non gli sono bastate per tornare in Comune. Addio anche a Vincenzo Rinaldi, passato dalla sinistra della Provincia alla Destra del Comune con l’incarico di Assessore agli Affari generali, Patrimoni, Piccolo Credito e una sequela infinita di altre cose. Assessore pressoché anonimo, tanto che fino alla fine l’unica foto a mancare sul sito del Comune era proprio la sua. Che fosse una strategia? Forse. Di certo non era una strategia vincente: non gli sono bastati alla rielezione in consiglio comunale 137 voti con la lista Rieti al Centro (726 totali, 2,61%) schierata nella coalizione di Gherardi.
Bocciatura secca anche per l’ex presidente del Consiglio comunale, Gianni Turina: entrato 5 anni fa con 174 voti presi per l’Udc, stavolta si è fermato ad appena 126 preferenze schierato nel Pdl. Gli unici assessori che possono festeggiare sono Pino Diana, ex Bilancio, ultimo degli eletti nel pdl con 327 voti, ma soprattutto Giuliano Sanesi e Lidia Nobili. L’ex vicesindaco e assessore prima allo sport e poi alle risorse umane si conferma (seppur in calo) il politico più votato di Rieti con 629 preferenze personali, mentre la “Lidia nazionale” da ex assessore e ora consigliere regionale mantiene la piazza d’onore nella classifica dei più votati con 442 preferenze. I tre, dopo anni di Governo e potere, staranno ora seduti nei banchi d’opposizione. Magari seduti accanto a Luigi Gerbino, altro ex assessore, eletto in carrozza con 333 preferenze nell’Udc.
Con loro, ovviamente, ci sarà Antonio Perelli che nell’Emili bis è stato assessore alle attività produttive. Ma se tra gli ex assessori non rieletti ci sono “vittime illustri”, la lista dei “trombati” tra i consiglieri e ancor più variegata. In casa Udc salutano i (sedicenti) big Marco Pasquali e Michele Beccarini, quest’ultimo fuori per un sol voto a vantaggio di Enzo Antonacci. Addio (per questa legislatura) anche al vivacissimo Moreno Imperatori: uscito dall’area ex Forza Italia, ha tentato l’avventura con l’Udc, ma le 206 preferenze personali raccolte non gli sono bastate per confermarsi in consiglio. Stessa sorte è toccata al loquace Ivano Paggi crollato dai 289 voti raccolti con lo SDI nel 2007 ai 127 racimolati con Rilancio nella coalizione di Silvio Gherardi.
Tornando al Pdl (o ex Forza Italia), lasciano il posto anche Fabio Nobili, altro consigliere iper attivo che esce nonostante l’aumento notevole di consensi rispetto al passato, Claudio Valentini, Attilio Carucci. Niente rielezione per Maurizio Vassallo, passato dai 289 voti raccolti nel 2007 nelle liste dell’Udeur di Mastella ai 160 raggranellati oggi con Rilancio per Gherardi. Salta Giorgio Cavalli, leader locale dell’Idv, che non trova la via del Consiglio comunale perdendo oltre 100 dei 288 voti che conquistò 5 anni fa con l’Ulivo.
Niente spazio per i “delfini”, figli o nipoti dai cognomi altisonanti. Giovanni Rositani lascia il consiglio dopo un mandato, sceso dai 310 voti presi con An ai 196 odierni col Pdl. Stessa sorte toccata ad Antonio Emili, candidato sindaco in solitaria che non ha raggiunto il quorum sostenuto da La Destra e Grande Sud. Con lui se ne va anche Alessandro Stazi che lo aveva accompagnato nell’avventura e, come lui, lascia il consiglio anche Domenico Mareri che, da candidato sindaco per Nati per Rieti, s’è fermato al 2,7% delle preferenze.