53 soggetti denunciati, numerose perquisizioni effettuate su Rieti e Provincia, un danno di oltre mezzo milione di euro a carico delle 30 compagnie assicurative danneggiate, questi, in sintesi, i numeri dell’indagine, durata oltre un anno, che ha permesso di scoprire come, attraverso l’utilizzo di false certificazioni sanitarie, l’organizzazione criminale riusciva a far ottenere cospicui risarcimenti alla propria “clientela”.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Rieti e condotte dal personale della Sezione di Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza e del Nucleo di polizia tributaria di Rieti, sono iniziate a seguito della denuncia sporta da una compagnia di assicurazione, che aveva rilevato anomalie su alcuni incidenti stradali per i quali erano state avanzate richieste di indennizzo.
Le indagini successive hanno permesso di chiarire il “modus operandi” adottato dal gruppo criminale ideatore della frode assicurativa. In sostanza, veniva accertato che uno studio legale/assicurativo di Rieti, per mezzo di due procacciatori d’affari, operanti nel capoluogo ed in Sabina, individuava soggetti che avevano avuto sinistri stradali, facendosi quindi consegnare i dati personali nonché gli estremi delle polizze assicurative, per poi procedere al reperimento della falsa documentazione sanitaria che consentiva di ottenere cospicui risarcimenti assicurativi.
Attraverso l’analisi della documentazione e dei riscontri eseguiti presso gli studi medici, ambulatoriali e fisioterapici che apparentemente avevano emesso le certificazioni sanitarie, si appurava che la gran parte dei certificati era falsa. In particolare, erano utilizzati certificati intestati a medici inesistenti oppure a medici ignari della vicenda. Inoltre, a seguito di alcune perquisizioni, veniva sequestrata numerosa documentazione che consentiva di ampliare il raggio delle compagnie di assicurazione coinvolte e dei soggetti beneficiari dei falsi indennizzi. Si procedeva quindi ad interessare tutte le compagnie di assicurazione individuate al fine di verificare ulteriori posizioni.
Ai tre ideatori del sistema criminale è stato contestato il reato di associazione a delinquere finalizzato alle truffe assicurative nonché il reato di esercizio abusivo della professione per mancanza dell’iscrizione all’albo tenuto dall’Isvap. I 50 soggetti beneficiari degli indennizzi sono stati denunciati per uso di atto falso e fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona.