Domenico guardando ai lavoratori attivi nel cantiere sulla Salaria nel tratto di Micigliano. Rivolgendosi ai tanti che si sono ritrovati a Cittareale per festeggiare il Primo Maggio con la Chiesa e i sindacati, mons Pompili ha voluto interpretare i lavori in corso nel giorno di festa come un’indicazione dell’urgente accelerazione richiesta da quanti attendono la ricostruzione dopo il terremoto.
Poi il vescovo è entrato nel vivo dei temi proposti dai sindacati per l’occasione, e su quello dei giovani in particolare si è rifatto ai recenti dati Istat per sottolineare il saldo negativo tra nascite e morti. Duecentomila persone in meno ogni anno, con una tendenza che dovrebbe raddoppiare di numero entro pochi anni.
«È una situazione ben visibile anche solo fotografando il nostro contesto e ci dice che abbiamo disatteso la parola biblica: “siate fecondi e moltiplicabili”». Un problema che non si risolve facilmente, anche se «nei paesi in cui sono state attuate politiche familiari serie qualcosa sta cambiando».
Di qui l’auspicio di saper creare le condizioni anche economiche perché le famiglie possano tornare ad essere generative. «Sarebbe un modo per ringiovanire anche il sindacato», ha notato il vescovo, non senza riconoscere alle organizzazioni dei lavoratori di non aver mai abbandonato i territori colpiti dal sisma, a dispetto di molte realtà che «hanno ormai messo il silenziatore sulla vicenda del terremoto».
Uno sguardo lungimirante che il vescovo ha riconosciuto e ringraziato.
FONTE: andareoltre.org