Il parallelo Monti-Gherardi, utilizzato per convincere l’elettorato che il livello di efficienza amministrativa in caso di vittoria sarebbe parimenti alto, aleggia nella città di Rieti e nei palazzi che contano (ma neanche troppo).
Gli entusiasmi dei nostalgici della balena bianca, a partire dal dimissionato Beccarini fiero d’aver palesato la propria inferiorità politica a fronte di cotanto curriculum- sono esplosi in una standing ovation alla presentazione ufficiale del 30 Marzo.
Il messaggio che si cerca di diffondere, è che questa Grand Coalition centrista sarà il passaggio politico decisivo, con i candidati al seguito -a partire dall’aspirante sindaco- elevati al rango di cavalieri teutonici venuti a salvare il popolo reatino. Mettendo da parte le guerre di religione, è doveroso sottolineare che in questo amalgama di bramosi governanti –analogamente ad altre componenti centriste- sono confluite varie anime dalle deluse ambizioni.
E l’eterogeneità della compagine, che potrebbe avvalorare la presunta capacità di poter rappresentare la società civile, e la soluzione alternativa ai vecchi schemi della politica, è quantomeno fuorviante. Nella misura in cui, a ben vedere, i profughi della diaspora che il Pdl locale ha subìto, sono tutti confluiti in questo grande centro reatino.
In compenso la politica avrà un altro martire, tale Silvio Gherardi, medico e stimato manager, a cui porgiamo i nostri migliori auguri, il quale, ignaro della fossa scavatasi accettando la candidatura, non ha avuto l’acume -che sono certo abbia nel suo lavoro- nel comprendere che nessun nobile disegno politico si cela dietro questa Invincibile Armada. E’ solo un collage di ambizioni personali frustrate, con cui dovrà fare i conti molto presto.