La giornata di studi, del 26 febbraio 2019, presso il CNR di ROMA P.le Aldo Moro 7 (Sala Marconi – 1° piano) organizzata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche – CNR IRPPS e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – MIUR DSGOV,in collaborazione con la rete nazionale degli istituti professionali per la Gestione delle Acque e Risanamento Ambientale- GARA e con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale-ISPRA, mira a presentare modelli innovativi di curriculum volti a promuovere lo sviluppo delle competenze dei nuclei fondanti delle discipline e le competenze trasversali a favorire il dibattito tra docenti, studenti, decisori pubblici, ricercatori, imprese e associazioni attive sul territorio rivolgendosi a tutti gli attori dell’ampio contesto educativo e formativo.
La rete GARA, istituita il 26 aprile 2018 e composta da sei istituzioni scolastiche ha promosso dallo scorso anno scolastico incontri seminariali residenziali ad Ancona e ultimo quello di Bologna (11-12-13-febbraio 2019), durante i quali scuole rappresentative di tutte le regioni italiane si sono poste l’obiettivo di offrire risposte alle domande del mondo del lavoro e delle professioni.
Si è collaborato alla stesura delle competenze al termine del quinquennio in relazione al profilo professionale individuato e alla proposizione del quadro orario che prevede il potenziamento delle attività laboratoriali ed incremento degli insegnamenti dell’Area di indirizzo, di cui al decreto n. 92.
Le competenze individuate sono state intese come la comprovata capacità di utilizzare, in situazioni di lavoro, di studio o nello sviluppo professionale e personale, un insieme strutturato di conoscenze e abilità acquisite nei contesti di apprendimento formale, non formale, informale a norma dell’articolo 2, comma 1, lettera e) , del decreto legislativo 16 gennaio 2013,n. 13; correlandosi al Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF) in termini di responsabilità e autonomia.
Successivamente la rete GARA ha concorso alla definizione dei traguardi di competenze del profilo quinquennale relativi al biennio, terzo, quarto e quinto anno e ha partecipato ai tavoli istituzionali di lavoro per la stesura delle Linee Guida previste in fase di pubblicazione.
La Rete ha promosso un dibattito tra docenti, dirigenti scolatici e attori dei territori, sia in relazione alle collaborazioni da attivare per potenziare l’offerta formativa del nuovo indirizzo di studi, che presenta “ un’identità culturale, metodologica e organizzativa, riconoscibile dagli studenti e dalle loro famiglie, che si riassume nel profilo educativo, culturale e professionale, di seguito denominato P.E.Cu.P, del diplomato dell’istruzione professionale”, sia per quanto concerne la flessibilità organizzativa-didattica e la personalizzazione dei percorsi, per corrispondere alle diversità degli stili cognitivi e alla capacità di apprendimento degli studenti, alle loro sensibilità ed attitudini, ai differenti livelli motivazionali.
Con particolare riguardo all’assetto organizzativo e didattico e ai periodi didattici che le istituzioni scolastiche, nell’esercizio della loro autonomia funzionale si è ipotizzata l’articolazione delle classi in livelli di apprendimento, al fine di permettere il superamento dell’intangibilità dell’anno scolastico (con le correlate barriere amministrative della valutazione sommativa e dell’ammissione alla classe successiva) e, soprattutto, del concetto della classe e didattica tradizionale .
Rispetto alla personalizzazione degli apprendimenti, è stato proposto un modello per lo sviluppo del PFI (Progetto formativo individuale) basato su un bilancio personale che evidenzia i saperi e le competenze acquisiti anche in modo non formale ed informale, idoneo a rilevare sia le riscontrate potenzialità che le carenze, per motivare ed orientare lo studente nella progressiva costruzione del proprio percorso formativo e lavorativo. Questo sviluppo della dimensione professionalizzante dei percorsi per lo sviluppo delle competenze trasversali e di orientamento (PCOT) porterà al consolidamento e al progressivo innalzamento dei livelli acquisiti nel biennio per un idoneo accesso al mondo del lavoro.
Altro elemento innovativo dei lavori è stata l’aggregazione degli insegnamenti all’interno degli assi culturali per l’area generale comune: linguaggi, matematico, storico-sociale; con quelli dell’asse scientifico-tecnologico-professionale nell’area d’indirizzo, per favorire una migliore progettazione interdisciplinare dei percorsi didattici ed una prevalente metodologia induttiva ed esperienziale.
La proposizione delle Unità di apprendimento (UDA), che, partendo da obiettivi formativi adatti e significativi per lo studente, si svilupperà in appositi percorsi di metodo e di contenuto, al fine di permettere il riconoscimento e la valutazione del livello delle conoscenze, delle abilità e delle competenze acquisite.
Le UDA inoltre permetteranno la certificazione delle competenze acquisite dallo studente (ferma restando la vigente disciplina della certificazione delle competenze per le qualifiche triennali e i diplomi professionali quadriennali nei percorsi IeFP); che rappresenteranno l’altrettanto necessario riferimento per il riconoscimento dei crediti posseduti, soprattutto nel caso di passaggi ad altri percorsi di istruzione e di istruzione e formazione professionale.
Questo corso di studi concorre alla tutela ed alla gestione delle acque per le quali assume un ruolo sempre più rilevante l’azione preventiva, sinergica e sussidiaria delle Istituzioni preposte dagli Organismi territoriali e l’intervento di figure professionali dotate di adeguate capacità tecniche ed operative. L’istituto Celestino Rosatelli di Rieti che ha istituito questo corso professionale è stato protagonista nel corso degli anni scolastici passati di esperienze che hanno focalizzato la loro attenzione all’art. 6 dell’Agenda 2030 quali Futuracqua, Make Fair, “H2inO Non c’è acqua da perdere” il sistema intelligente e a basso costo, utile ad evitare sprechi di acqua e a monitorare, in tempo reale, il livello di cloro.