Credo che i cittadini, al di là dei “soliti noti”, abbiano il diritto sacrosanto di parlare, di dire la loro, di manifestare un disagio che la città di Rieti, ahimè, in maniera disarmante soffre.
E’ per questo che mi sono convinto a scrivere, con volontà di diffusione, un mio breve pensiero.
Sono nato a Rieti 35 anni fa; vivo a Rieti anche se la mia professione di avvocato mi ha portato e mi porta molto lontano dal territorio che amo e che ho deciso, con mia moglie, di conservare, comunque, come stabile residenza soprattutto per i nostri due figli (sperando di aver fatto la scelta giusta!!).
Avendo modo di girare l’Italia e di conoscere tante diverse realtà rispetto a quella reatina, desolatamente ogni qualvolta torno da un viaggio noto una città, si bella esteticamente, ma drammaticamente isolata, priva del ben che minimo sviluppo, ferma!
Lo dico con rammarico al quale si unisce, spesso e volentieri, la rabbia per lo stato in cui Rieti versa. Tante volte mi sono detto che lo stato della nostra città è frutto della mentalità del reatino che è conservatore, statico, resistente al cambiamento. Tante altre volte, però, ho notato nei reatini tutti, a partire dai giovani, uno stato di rassegnazione misto a delusione.
E’ giunto il momento di cambiare, allora, soprattutto tale mentalità! E’ ora di lasciare alle spalle rassegnazione e pessimismo.
Ecco perché, da comune cittadino, mai in prima persona impegnato nella politica, anche se attento osservatore, ho deciso di dire la mia: un piccolo, ma significativo (credo), segnale.
Oggi, con le elezioni comunali alle porte, non possiamo non cogliere l’occasione di smentire il drammatico stato in cui si trova Rieti e che rischia, se possibile, di ulteriormente far precipitare la nostra città nell’isolamento e nella staticità più totale.
Spero, vivamente, che i reatini tutti abbiano il coraggio di spazzare via la paura, di contribuire, ognuno a suo modo, a spingere la politica, di destra o di sinistra che sia, al cambiamento, al superamento di un sistema che, soprattutto nell’ultimo decennio, ha impedito ogni tipo di sviluppo in ossequio ad interessi particolari e di singoli.
E’ ora che la società civile si mobiliti.
E’ ora che la generazione di cui faccio parte, inizi a scendere prepotentemente in campo per dare la spallata ad un sistema che, se confermato, rischia solo di ulteriormente imbrigliare Rieti.
L’appello che faccio, da comune cittadino, che, nonostante tutto, ama Rieti, è di unire tutti le forze per provare un cambiamento vero già a partire dalle prossime elezioni amministrative.
Rieti merita di più di quello che ha.