“L’Assessore ai Servizi Sociali, Dr.ssa Palomba, afferma che, a Rieti, almeno 6.000 persone vivono in povertà relativa, mentre 650 vivono in povertà assoluta. Possiamo ben immaginare che queste 650 persone abbiano grande difficoltà persino a comprarsi da mangiare, pagare affitto, luce, gas o non avere più una casa. I Servizi Sociali ci mettono al corrente che queste 650 persone possono fruire della Mensa di Santa Chiara, che mette a disposizione ogni giorno circa 25 pasti, mentre una serie di associazioni, tra cui la Caritas Diocesana e “Il Guazzabuglio”, riunite nel progetto “Porta Sociale”, nei primi 6 mesi di quest’anno hanno consegnato 267 pacchi viveri a chi vive in povertà assoluta. Tutta opera del Volontariato.
E le istituzioni?
Nonostante la drammaticità dei dati ufficiali reatini, il fenomeno povertà a Rieti potrebbe essere ancora più grave, perché palesemente approssimati per difetto se comparati ai dati nazionali ed al fatto che la Provincia reatina rientra tra le aree a forte crisi industriale ed occupazionale. In Italia, infatti, secondo i dati Istat, vi sono 9 milioni di persone in povertà relativa e circa 5 milioni in povertà assoluta, e se 650 persone in povertà assoluta a Rieti corrispondono a ca. di 1 cittadino su 73, in Italia ca. 5 milioni di poveri assoluti su 60 milioni di abitanti (dati Istat 2018), se la matematica non è un’opinione, corrispondono ad 1 su 12. Con i numeri a quanto pare non ci siamo, e vorremmo capire se per gli interventi sociali ormai sono rimaste solo le Associazioni caritatevoli, dato che il Comune di Rieti, in perenne pre dissesto, semplicemente latita.
Non sappiamo ancora infatti, perché, nonostante esplicita e ripetuta richiesta scritta, non abbiamo avuto mai alcuna risposta sui dati sociali ufficiali del fenomeno della povertà a Rieti e su quali siano e con quali e quante risorse il Comune di Rieti interviene per garantire almeno la sopravvivenza a chi è costretto a vivere in estrema povertà, dovendo rinunziare persino a cure mediche necessarie. Fanno fatica, nel frattempo, a partire i progetti del cosiddetto “Consorzio Sociale”, organismo che mette in opera i programmi del Piano di Zona socio sanitario, e mentre i vecchi progetti vengono “cassati”, non si ha notizia di avvio dei nuovi.
Ora, a seguito dei provvedimenti governativi che hanno sospeso i progetti CAS e SPRAR per i rifugiati per motivi umanitari, stanno per essere messi sulla strada decine e decine di giovani e famiglie anche a Rieti, 40 mila in tutta Italia. Lo chiamano “Decreto Sicurezza”, ma credevamo che fossero gli esseri umani, tutti, a dover essere messi in sicurezza. Ma ora il problema è chi si prenderà cura di loro in una Italia che sanziona penalmente, giustamente, chi abbandona cani e gatti (legge 189/2004), ma che nulla prevede per chi abbandona gli esseri umani.
Lo scorso inverno, dopo l’ennesima sollecitazione a provvedere a mettere al sicuro i senzatetto reatini, l’Assessore Palomba dichiarava che il Comune non era pronto e che si sarebbe organizzato per tempo in vista dell’inverno successivo. L’anno scorso, come gli altri anni, furono Associazioni e cittadini a farsi carico di ospitare chi dormiva in strada ad 8° sotto zero. Ora le persone senzatetto sono aumentate e crediamo non più giustificabile il disimpegno del Comune nel farsi carico di chi è costretto a vivere in strada. Il Comune, ancorché in eterno “pre dissesto”, non può mettere a rischio l’incolumità dei cittadini più fragili e pensiamo che debba dare precedenza assoluta nel garantire almeno i bisogni fondamentali ai cittadini in miseria.
Pertanto, in considerazione dell’inclemenza metereologica di questo periodo invernale, chiediamo alle Istituzioni in oggetto misure urgenti per il soccorso ai senzatetto, tenendo conto di quanto già chiesto lo scorso anno, con un’azione sinergica e coordinata tra tutti gli Enti preposti (Prefettura, Sindaci, Provincia, Servizi Sociali, ASL, Forze dell’Ordine ed Associazioni di Volontariato e Tutela dei diritti) per realizzare almeno i seguenti provvedimenti:
· individuare di luoghi di accoglienza dove mettere al sicuro persone senzatetto e/o provvisoriamente disorientate, con garanzia di adeguata alimentazione e vestiario;
· controllo assiduo, da parte delle forze dell’Ordine, dei luoghi di riparo occasionali dei senzatetto ( stazione ferroviaria, case abbandonate prive di riscaldamento, sottopassi, ponti, ecc…)
· comunicazione diffusa a tutte le “porte sociali”, istituzionali e non (Comune, ASL/Pronto Soccorso, Protezione Civile, Questura, Associazioni di Volontariato, Parrocchie, ecc.), sulla possibilità di cooperazione, modalità di presa in carico, affido e protezione di persone in difficoltà da parte della rete dei Servizi;
· Blocco degli sfratti in corso per tutto il periodo invernale per persone prive di alternative alloggiative, su relazione Servizi Sociali;
· Dimissioni ospedaliere rinviate per quelle persone, sole e con difficoltà motorie e sanitarie, le cui condizioni alloggiative non risultino idonee per il comfort climatico, sino alla messa in sicurezza dei pazienti convalescenti, anche in strutture alternative a bassa intensità assistenziale;
· Immediatezza della presa incarico e supporto attivo alle pratiche burocratiche per coloro che chiedono la protezione dei Servizi Sociali e che comunque necessitano del supporto amministrativo per i sussidi previsti.”
COORDINAMENTO REATINO DIRITTO ALLA SALUTE e POLITICHE SOCIALI
ALCLI, AMAR, ANMIC, ASSOC. PARTECIP-AZIONE, CITTADINANZATTIVA, RIETICUORE
ADERISCONO ALL’APPELLO: ASS. SABINA RADICALE e SINDACATO USB RIETI