Il 26 settembre, a Roma, presso un’area verde del quartiere Salario, al termine di serrate e complesse indagini, scaturite dalla denuncia sporta il 10 settembre scorso presso gli uffici della stazione Carabinieri di Passo Corese da un cittadino nigeriano, regolarmente in Italia e residente in Sabina.
I Militari, con la preziosa collaborazione dei Carabinieri della Compagnia di Roma – Parioli, hanno proceduto al fermo di un indiziato di delitto per i reati di rapina e lesioni personali, C. V., 31enne pregiudicato rumeno.
Il predetto, insieme ad altri tre complici, rimasti per ora sconosciuti, la sera del 7 settembre scorso, a Roma, in una strada limitrofa alla via Olimpica, ha assalito alle spalle il denunciante ed un suo amico che riusciva a divincolarsi e fuggire, colpendolo ripetutamente con delle mazze di legno ed asportandogli un telefono cellulare ed il portafogli contenente la somma di circa 1.000 euro.
Il cittadino nigeriano, in conseguenza dell’aggressione, è stato ricoverato presso il pronto soccorso di un ospedale della capitale, dal quale veniva dimesso la sera successiva, con una prognosi di 10 giorni S.C. per traumi e contusioni varie.
I rei, dopo l’azione delittuosa, si sono dileguati a bordo di un furgone di colore bianco, i cui numeri di targa venivano memorizzati dall’aggredito. Immediatamente dopo aver sporto la denuncia, scattavano gli accertamenti e le indagini dei Carabinieri di Passo Corese, che verificando anche da chi fosse stato usato il mezzo in passato, riuscivano ad individuare una serie di soggetti potenzialmente di interesse investigativo, uno dei quali, la persona fermata, che veniva riconosciuto senza ombra di dubbio sia dalla parte offesa che dal suo conoscente risuscito a scappare all’aggressione.
Il rapinatore nel pomeriggio di ieri, è stato individuato e fermato presso il campo nomadi denominato “Italia 90”, nelle vicinanze del suo domicilio. veniva inoltre recuperato e sottoposto a sequestro il furgone utilizzato per la fuga dopo la rapina.
Al termine degli atti di rito, C. V. veniva tradotto presso il carcere di Roma – Regina Coeli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria capitolina.