Le impronte digitali lo hanno “incastrato”. I Carabinieri del Reparto Operativo hanno scoperto che uno degli arrestati nel corso dell’operazione BOMBERS BAND era ricercato da 5 anni per omicidio, rapina e sequestro di persona.
L’uomo all’atto dell’arresto da parte dei Carabinieri aveva fornito un nome falso: Bucur Ion del 1984, ma i Carabinieri non si sono fidati e prima di tradurlo in carcere gli hanno preso le impronte digitali e le hanno inserite nell’A.F.I.S. (Automatic Finger Identification Sistem), che è un elaboratore ove sono conservate e archiviate le impronte digitali di tutti i soggetti fotosegnalati.
E’ così emerso che il vero nome del romeno era: Budica Ion del 1977.
Da un successivo controllo alla banca dati unificata delle Forze di Polizia si è accertato che BUDICA ION era ricercato dal 2006 da parte della Squadra Mobile della Questura di Roma per rapina con sequestro di persona da cui era scaturita la morte di una persona.
Sul suo capo pendeva un ordine di carcerazione emesso dalla Corte di Appello di Roma in base alla quale lo stesso doveva scontare 8 anni di reclusione in seguito alla condanna subita in contumacia. I fatti oggetto del processo risalgono al 6 Gennaio 2005.
In tale data finiva in tragedia un tentativo di rapina in un deposito di camion alla periferia di Roma, Quartiere Tiburtino III.
La moglie del custode, una donna romena di 50 anni, Micsam Aurica, venne malmenata da una banda di connazionali insieme al marito. Non resse alla paura e morì d’infarto.