Il secondo romanzo finalista della IV edizione del Premio Letterario Città di Rieti è stato presentato dall’autore Arnaldo Colasanti ai lettori giurati e agli appassionati di letteratura, ancora una volta numerosi all’Auditorium Varrone.
Un testo che lo stesso scrittore ha definito “non di intrattenimento”, che ha dato vita ad un interessante confronto sui temi che il volume tocca: il dialogo tra un padre e una figlia che ne accompagna la crescita in un susseguirsi di richiami al mondo dell’arte e della filosofia. L’appuntamento come di consueto è stato aperto con la lettura di un brano da parte dell’attrice Carla Todero.
“Questo libro vuole spingere il lettore a cercare la profondità – spiega Arnaldo Colasanti, docente universitario e critico letterario, condirettore della rivista Nuovi Argomenti -, offrendo spunti di riflessione e agganci all’arte e alla letteratura, cose che hanno reso bella la mia vita, facendomi sentire privilegiato”. Traspare, nelle pagine del libro edito da Mondadori, un bisogno di bloccare il tempo, verso una sospensione che consente all’autore di divenire coetaneo della sua bambina, affrontando il tema della morte come ricerca della vita.
Colasanti, accompagnato nella presentazione dall’assessore alla Cultura del Comune di Rieti Gianfranco Formichetti, in passato ha anche curato l’introduzione ad alcune opere di Moravia e Campanile, pubblicando numerosi saggi dedicati a Molière, Merimà e Maupassant. Noto al grande pubblico per la sua collaborazione con i Canali Cultura di RAI-Sat e per la conduzione del programma "Uno Mattina", Arnaldo Colasanti ha vinto nel 2002 il Premio Grinzane Cavour per la narrativa italiana con "Gatti e Scimmie